Alberi, che fare per piantarne 60 milioni, uno per ogni italiano. Tutti in campo, innanzitutto con una legge che già esiste

Sosteniamo senza riserve l'appello "Uno per ogni italiano", sulla spinta della Comunità "Laudato Sì". Piantare gli alberi può anche migliorare la qualità della politica, oltre che dell'aria. La gigantesca rete delle associziaoni in campo

ALBERI PER OGNI ITALIANO

Noi ci siamo. Tutta la comunità di Non sprecare, e con tutta la forza sul web del nostro sito, sono schierati dalla parte della  campagna “Uno per ogni italiano“, sessanta milioni di alberi da piantare per migliorare i livelli di C02 nell’atmosfera e dare un contributo concreto alla lotta contro il surriscaldamento climatico. Ma non solo. Anche per rendere più belle, più vivibili e più accoglienti le nostre città, i nostri borghi, l’Italia dei campanili e delle piazze. Sapendo quanti benefici, dalla maggiore sicurezza al minore stress, gli alberi, da soli, riescono a regalarci. Ogni giorno. Come abbiamo spiegato più volte nei nostri articoli. 

ALBERO PER OGNI NATO

Piantare sessanta milioni di alberi non è impossibile, ed è un obiettivo molto concreto e coinvolgente lungo la rotta di quella sostenibilità che vuole davvero cambiare il mondo. L’appello è stato lanciato, come primi promotori, da tre voci molto autorevoli: Stefano Mancuso, scienziato e direttore di Linv (Laboratory International for Plant Neurobiology); Carlo Petrini, presidente e fondatore di Slow Food; e Domenico Pompili, vescovo di Rieti e di Amatrice. Tre personaggi che parlano innanzitutto a nome della comunità “LaudatoSì“, sorta attorno all’enciclica di papa Francesco del 2015 e ispirata ai temi di un cambio di paradigma, in tutto il monso, sul clima, sull’ambiente, sulla sostenibilità declinata secondo i 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo sostenibile. La nostra bussola editoriale.

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LEGGE ALBERI NUOVI NATI

L’importanza di questo progetto sta in due parole: ribellione e mobilitazione. La prima indica che non bastano più, sul clima come in generale sulla sostenibilità, le parole, l’indignazione, gli allarmi. Servono fatti. Anche piccoli, ma sempre con l’ambizione che poi diventino grandi e incidano in modo forte sulle politiche locali, nazionali e internazionali. E tra i fatti rientra sicuramente il piantare un albero, ovunque sia possibile. Far tornare a vivere uno spicchio di verde, di ossigeno, di aria pulita. Di natura che abbiamo calpestato e sprecato. 

La seconda parola-chiave è mobilitazione, che significa anche condivisione. Ovvero: qui tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa. Le istituzioni, sicuramente, ma ancora prima le associazioni, le imprese, i movimenti, i singoli cittadini. Uno per uno, uno per ciascun albero. Impareremo così a tornare a occuparci della nostra casa comune, quella che rischia di bruciare, torneremo a praticare una forma di comunità e di cittadinanza non vuota e parolaia. E daremo una scosse forte, che sicuramente nuove generazioni sapranno intercettare e interpretare, per miglioare qualità, efficacia e obiettivi della politica. Per essere ancora più chiari: da un progetto mcome questo, e dalla forza in termini di ribellione e di mobilitaziuone che incorpora, possono venire fuori grandi novità politiche. Migliaia di uomini e donne che tornano a occupoarsi con passione, e non solo per interessi privati, della cosa pubblica.

UNO PER OGNI ITALIANO

Piantare un albero (in Italia abbiamo raccontato di centinaia di associazioni che lo fanno in tutte le regioni)  è possibile e necessario, e affrontare di petto, sporcandosi le mani, la questione climatica, signifca stare in campo su tuttini temi sociali oggi in agenda, a partire dalle disparità che hanno reso insostenibile la globalizzazione ingiuste. Ha ragione il professore Mancuso: l’ambiente non è un hobby, un gioco per persone magari benestanti se non ricche. È mai come adesso una questione sociale e politica. E, aggiungiamo noi di Non sprecare, un modo di stare al mondo.

Un primo passo concreto per sostenere l’iniziativa “Uno per ogni italiano”, infine, è quello di fare pressione, con la massima energia, per fare in modo che intanto, come chiede il Wwf, venga applicata la legge Rutelli in Italia. Che cosa prevede? L’obbligo di piantare gli alberi, appunto. Per i comuni sopra i 15mila abitanti e ogni volta che un bambino nasce e viene adottato. Ecco: adesso si tratta, tutti insieme, di piantare alberi, ovunque e ogni giorno, in qualsiasi occasione possibile. 

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