Pesto senza pinoli: lo chiedono per salvare gli alberi di pino. Ma si può fare?

L’allarme lanciato da un biologo americano che propone di sostituire i pinoli con noci, mandorle e pistacchi. O anche arachidi. Ma gli chef insorgono e avvertono: così non si può più parlare di pesto, e tantomeno genovese.

ALBERI PINOLI A RISCHIO –

Pesto senza pinoli. La richiesta  arriva dalle colonne del quotidiano americano New York Time, dove l’ambientalista Jonathan Slaght, un biologo che per vent’anni ha studiato le tigri siberiane, ha lanciato l’allarme: lo sfruttamento dei pinoli, proprio per fare il pesto, sta mettendo a rischio alcune specie degli alberi che li producono.

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PINOLI A RISCHIO A CAUSA DELLO SFRUTTAMENTO DEI PINI COREANI –

Ricordiamo che il pesto, un battuto molto conosciuto nella cucina ligure, oltre al basilico prevede che vengano pestati a crudo anche pinoli e aglio, poi conditi con parmigiano, pecorino sardo e olio d’oliva.  In alternativa all’abolizione totale dei pinoli, Slaght propone di sostituirli con noci, mandorle, pistacchi. E qualcuno parla anche di arachidi. Ma a quel punto il piatto avrebbe lo stesso sapore? O non si rischierebbe di perdere le caratteristiche tipiche di questa ricetta? Gli chef hanno molti dubbi e avvertono che, una volta tolti i pinoli, non si può più parlare di pesto.

Noi per il momento vi proponiamo una ricetta Non sprecare proprio sul pesto, e vi promettiamo che presto pubblicheremo anche una ricetta sul pesto senza pinoli.

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