Coltivatori di emozioni: la piattaforma per sostenere gli autentici contadini

Si adottano coltivatori e allevatori. Comprando i loro prodotti a chilometro zero. E si fanno giorni di vacanze nelle piccole aziende agricole

adotta una tradizione

COLTIVATORI DI EMOZIONI

C’è Stefano, termolese classe 1979, che nella sua tenuta agricola di Petacciato coltiva 800 ulivi nodosi, portando avanti una secolare che si tramanda di padre in figlio. C”è Chiara, giovanissima, romagnola doc, che nel borgo di Monte San Pietro, ha deciso di recuperare i luoghi della sua infanzia dedicandosi a un agricoltura naturale e biologica, producendo barbera e farina di grano terminillo. Insieme all’Università di Bologna, sta cercando di valorizzare frutti antichi della tradizione che si stanno via via perdendo, con un grave impatto sulla biodiversità. E poi c’è Pasquale, custode della sapienza agronomica salentina, che a Novoli, in provincia di Lecce, produce vini, olio e miele, facendo in modo che la sua conoscenza si tramandi di generazione in generazione.

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ADOTTA UNA TRADIZIONE

Chiara, Stefano e  Pasquale sono solo alcune della storie di agricoltura del nostro paese. Sono tutte storie diverse, zone diverse, facce diverse, generazioni diverse. Accomunate, però, dall’amore per i propri territori e per le tradizioni degli avi. Così tanto da non volerci rinunciare, ma anzi, impegnandosi con grinta e tenacia nel recupero e nella valorizzazione di un patrimonio italiano secolare che andrebbe perso. In questa impresa sono affiancati e sostenuti dall’ambizioso progetto “Coltivatori di Emozioni”, che queste storie le racconta e le supporta. Attivamente.

La piattaforma salentina, nata nel 2006, ha infatti deciso di riunire imprese e micro-imprese della tradizione agricola italiana intorno a un progetto di social farming: attraverso il sito chiunque può acquistare prodotti o addirittura adottare a distanza un coltivatore diretto, sostenendo, così, la sua attività. Il funzionamento è molto semplice: gli utenti navigano tra le pagine dedicate ai progetti di agricoltura e allevamento, può ascoltare i racconti dalla viva voce dei contadini e delle contadine, e decidere di offrire il proprio contributo sotto forma di prodotti della terra o voucher di ore lavorative.  Lo staff di Coltivatori di Emozioni si occupa di smistare l’ordine per il prodotto selezionato o di erogare all’agricoltore i buoni lavorativi acquistati.
In cambio, chi acquista riceve un vero e proprio certificato di adozione a testimonianza del contributo donato, un cofanetto in legno con le specialità dell’azienda scelta e la possibilità di ricevere un aggiornamento stagionale sulle coltivazioni.

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SOCIAL FARMING

Una vera e propria rete che connette produttori e consumatori, che possono essere sia semplici utenti che, magari, business partner che vedono nel progetto la possibilità di un prosieguo futuro della collaborazione: un pastificio artigianale, per esempio, potrebbe avere interesse nell’adottare il grano terminillo prodotto da Chiara. O una gastronomia l’olio di Pasquale, e così via, rendendo la piattaforma anche una vetrina di presentazione del proprio lavoro e delle proprie storie. Già, perché il cuore del progetto non è soltanto ciò che si vede, si assaggia, si tocca, si mangia, bensì tutta la gioia, la fatica, le ore di lavoro, i giorni dedicati alla natura e alla terra, le soddisfazioni ma anche le delusioni di un mestiere tanto bello quanto quasi nascosto, sconosciuto.

Tutta la comunicazione di Coltivatori di Emozioni, progetto nato per volontà di Paolo Galloso, responsabile Centro Studi Federazione ANIMA e docente di microeconomia, è improntata alla valorizzazione anche culturale ed emotiva di un mestiere e di tradizioni antiche che sono preziose: lo stesso vocabolo “adozione”, racchiude tutto il microcosmo di storie e volti dei coltivatori diretti del nostro paese, con lo scopo di avvicinare alla natura e alle attività agricole, assaggiando prodotti sani e genuini ottenuti attraverso coltivazioni che non utilizzano prodotti chimici dannosi.

COLTIVATORI DI EMOZIONI

Per farlo, si unisce la tradizione al mondo del digitale e dell’innovazione: uno dei punti cardine del sito, infatti, è proprio la capacità di utilizzare strumenti digitali e la rete al servizio di azioni e progetti di riqualificazione e recupero delle aree rurali, che siano abbandonate o spopolate, ma anche di valorizzazione del territorio, di promozione dei  propri prodotti tipici e del turismo enogastronomico. Adottare una tradizione, in soldoni, significa sostenere le microeconomie locali, sostenere borghi e zone rurali, prevenire l’abbandono dei territori, promuovere un’agricoltura più sostenibile e di piccola scala conservando la biodiversità della natura e varietà regionali che rischiano di andare perdute.

(Immagine in evidenza e a corredo del testo tratte dalla pagina Facebook di Coltivatori di Emozioni)

STORIE DI TERRA E AGRICOLTURA:

 

 

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