
arrivato. Puntuale come l’introduzione dell’ora legale che ogni anno lo precede di pochi giorni si apre giovedi’ la quarantatreesima edizione di Vinitaly, la manifestazione che a Verona incrocia tutto quello che ruota attorno al vino con il mondo della produzione dell’olio e con la gastronomia. Imponente, per qualcuno ormai elefantiaca nella sua smania di affastellare ogni anno qualche elemento in piu’, Vinitaly e’ comunque l’appuntamento per eccellenza in Italia dell’enologia. Quello a cui nessun produttore italiano (ma sono sempre di piu’ anche quelli esteri), volente o nolente, puo’ mancare. Ma anche un’occasione, per chi ama o semplicemente e’ curioso del piacere che si nasconde dietro il frutto di una vigna, per partecipare a degustazioni di vini che altrimenti si possono ammirare solo negli scaffali delle enoteche.
E per abbinare eccellenza a eccellenza ci sono i grandi ristoranti di Vinitaly (Ristorante d’autore, dei Signori, Sol Goloso e Cittadella della Gastronomia) dove si possono trovare i piatti della tradizione regionale italiana preparati da chef di qualita’. L’importanza della manifestazione (dal 2 al 6 aprile a VeronaFiere) sta anche nei numeri dei partecipanti: quest’anno le pre-adesioni sono cresciute del 50 per cento rispetto al 2008 per quanto riguarda gli operatori esteri specializzati e del 20 per cento quelle degli italiani. Ma Vinitaly e’ diventato, nel tempo, anche un osservatorio degli usi e costumi del mondo dell’enologia. Un posto dove si registrano tendenze, mode e curiosita’. Cosi’, in un periodo di crisi economica, negli stand della Fiera di Verona si parlera’ del nuovo canale di acquisto che hanno gli appassionati di vino: non piu’ l’acquisto di etichette pregiate ma il baratto.
Le bottiglie vengono scambiate, acquistate, cedute con l’unico imperativo di mettere d’accordo le parti, senza guardare troppo ai reali prezzi quanto alla soddisfazione reciproca. E poco importa se si baratta una bottiglia di grande valore per una meno costosa: l’importante e’ che venga ripagato il valore affettivo o il desiderio di quel vino, magari inseguito da sempre e mai trovato, o semplicemente la voglia di cambiare o rinnovare la propria cantina senza spendere un soldo. Per intercettare questa tendenza si moltiplicano siti specializzati, blog e forum dove si possono trovare o inserire annunci per scambiare le proprie etichette (www.suesu.it; www.incambiodi.it).
Altra tendenza sempre piu’ consolidata tra i nuovi stili di consumo e’ quella dei Gav, i Gruppi di acquisto del vino, formati da quegli eno-appassionati che preferiscono saltare la mediazione del punto vendita: formati mediamente da 5-10 persone, di solito informatissime su quello che accade nel mondo del vino, si rivolgono direttamente ai piu’ importanti produttori italiani e stranieri (francesi in primis). Sono spesso veri e propri monomaniaci di una specifica tipologia di vino: dai patiti dello Champagne agli innamorati del Pinot Noir, dai fan del Barolo ai Brunellisti, si incontrano nelle proprie case o sul web, mettono in condivisione le proprie conoscenze, e poi incaricano i membri del gruppo che hanno il migliore rapporto con il produttore prescelto di andare in missione a recuperare le bottiglie in azienda. Con la ritualita’ quasi sacra di un vero e proprio pellegrinaggio nel luogo di nascita dei loro vini-culto.