Vie dell’acqua: i percorsi più belli in Italia

Si parte da Roma, con le meraviglie di Villa Borghese e con le fontane che hanno ispirato grandi registi. Si arriva in Umbria e in Toscana, fino alla via Francigena del Sannio

In collaborazione con Acea

Chiese, palazzi, borghi, sentieri che attraversano campagne e colline, lungo percorsi lenti e sensoriali che hanno l’elemento acqua come bussola per addentrarsi, piacevolmente, in un enorme patrimonio di bellezze naturali, culturali e paesaggistiche. Un modo alternativo per non sprecare il liquido più prezioso nella vita dell’uomo, e un’icona attorno alla quale sono state costruite, nei secoli, opere straordinarie. Acquedottifontane e “nasoni”. Dalle fontane di Villa Borghese a Roma a quelle rese famose dalle riprese di capolavori entrati nella storia del cinema e girati nella capitale. Dalle fontane ad opera dell’architetto Pietro Lombardi, ai luoghi dell’acqua in Umbria, sulle orme di San Francesco, e in Toscana, alla scoperta delle sorgenti dell’Amiata.

Sempre con la bussola dell’acqua e con i canoni di un turismo sostenibile e responsabile. I percorsi sono disponibili e fruibili attraverso l’app Waidy WOW del gruppo Acea, disponibile per iOS e Android.

LE FONTANE DI VILLA BORGHESE

Il grande parco di Villa Borghese – con una superficie complessiva di circa 80 ettari – è un unicum nel mondo per le bellezze che riesce a mettere insieme. Alberi secolari, laghetti, giardini all’italiana. Edifici e architetture di arte barocca e neoclassica. Il Museo Borghese, con una delle collezioni più belle del mondo, è il concentrato di tante meraviglie e si snoda attraverso un percorso che tocca le fontane del parco. Si parte dal Parco dei Daini, detto anche Parco delle Prospettive, dove, a delimitare i viali, sono i giganteschi Termini, opere di Pietro Bernini e di suo figlio Gian Lorenzo. Qui, ammiriamo la Fontana della Venere, un’ampia vasca circolare realizzata nel XIX secolo con al centro la statua di Venere posta su una scogliera. All’uscita del parco, troviamo l’epicentro culturale di tutta l’area: la Galleria Borghese, che ospita una raccolta di capolavori iniziata nel XVII secolo dal cardinale Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V, collezionista appassionato. Da Raffaello a Tiziano, da Antonello da Messina a Caravaggio, fino al ritratto di Paolina Bonaparte Borghese, eseguito dal Canova tra il 1805 e il 1808.

Poche centinaia di metri ed eccoci a Piazza di Siena, conosciuta nel mondo come la sede di un importante Concorso Ippico internazionale. Qui la combinazione di giochi di luce naturale e artificiale, al tramonto, crea un’atmosfera unica. A seguire tre spazi culturali: il piccolo museo dedicato all’artista Pietro Canonica; il Silvano Toti Globe Theatre, dedicato a Gigi Proietti; l’Aranciera, con opere – da Giorgio de Chirico a Andy Warhol – donate da Carlo Bilotti. E, concludendo la passeggiata, facciamo tappa alla Casina Valadier, costruita tra il 1816 e il 1837 su progetto di Giuseppe Valadier, architetto e urbanista romano. Situata sul punto più alto e panoramico del Pincio era, dopo la Prima Guerra Mondiale, uno dei caffè della capitale più frequentati da intellettuali, artisti e celebrità. Restaurata nel 2000, ha conservato il suo fascino con gli ambienti interni affrescati e decorati in stile pompeiano. L’intero percorso di Villa Borghese è fruibile all’interno dell’app Waidy WOW (per iOS e Android).

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LE FONTANE CINEMATOGRAFICHE

Il cinema ha un legame indissolubile con Roma, e tra le immagini entrate nella storia del cinema vi sono quelle con al centro fontane artistiche, nonché acquedotti e nasoni della capitale. Sono luoghi che fanno parte dell’immaginario collettivo e grazie all’app Waidy WOW (per iOS e Android) possiamo scoprirli, seguendo le tracce dei film, guidati dalla voce di due giornalisti e critici cinematografici. “Marcello, come here” – Marcello, vieni qui – sussurrava una splendida Anita Ekberg rivolgendosi a Marcello Mastroianni nel film “La dolce vita” e invitandolo a immergersi nelle acque della Fontana di Trevi. Una scena diventata leggendaria.

La stessa fontana è stata anche set del film “Totò truffa 62”, in cui Totò interpreta – con la sua straordinaria spalla, Nino Taranto – l’esilarante ruolo di un imbroglione che tenta di vendere a un turista straniero una delle meraviglie della capitale. Fellini, Monicelli, Pasolini, Sorrentino, Woody Allen: sono i nomi di alcuni registi che hanno saputo utilizzare le fontane di Roma come cornice per raccontare le loro storie, inserendole nel quadro estetico, unico al mondo, dei monumenti romani, dove l’acqua è protagonista.

A Roma, Acea si occupa della gestione di alcune delle più famose fontane della città: la Fontana del Tritone, le tre Fontane di piazza Navona (Quattro Fiumi, del Moro e del Nettuno), la Fontana di Trevi, la Fontana delle tartarughe, la Fontana del Mosè, la Fontana delle Naiadi e il Fontanone del Gianicolo. Luoghi spesso immortalati dal grande cinema e di cui è possibile scoprire di più all’interno del percorso idrocinematografico nell’app Waidy WOW.

LE FONTANE DI PIETRO LOMBARDI

Pietro Lombardi, dopo aver studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, e dopo le prime esperienze professionali negli studi di Armando Brasini e di Pio e Marcello Piacentini, si mette in proprio e nel 1925 vince il Concorso nazionale per le fontane di Roma, bandito da Filippo Cremonesi, all’epoca governatore della capitale. Da quel momento Lombardi diventa “l’architetto delle fontane”, che riesce a progettare con un simbolo, o un emblema riconoscibile, del rione dove vengono installate. La fontana che in particolare consente a Lombardi di vincere il premio è quella delle Anfore al quartiere Testaccio, costituita da un basamento a gradoni in travertino culminante con un gruppo di anfore. Il Testaccio nell’antichità era un quartiere commerciale e le anfore erano i contenitori più utilizzati per il trasporto del cibo. Dopo questo primo capolavoro, Lombardi firmerà altre nove fontane a Roma: tra le più celebri, la Fontana delle Arti a Via Margutta (dove l’architetto aveva il suo studio), la Fontana della Botte a Trastevere (con un riferimento all’enorme presenza di osterie nel quartiere), la Fontana dei libri nel quartiere Sant’Eustacchio (un omaggio alla vecchia sede della Sapienza). Particolare la storia della Fontana di Piazza Scossacavalli: quest’ultima, a differenza della Fontana di San Lorenzo, distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e mai ricostruita, sembrava perduta con gli sventramenti della zona del 1936. E invece fu rinvenuta dal figlio di Pietro Lombardi, che trovandosi a passare per via Cassia la riconobbe e scrisse un articolo per annunciare il suo ritrovamento. Il tour tra le fontane di Lombardi è disponibile sull’app Waidy WOW (iOS e Android).

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IL BORGO DEI PAPI – CASTEL GANDOLFO

A pochi chilometri da Roma, proseguendo il nostro viaggio lungo le Vie dell’Acqua, c’è Castel Gandolfo – uno dei Borghi più belli d’Italia -, territorio nel quale opera Acea Ato 2, società del Gruppo Acea che gestisce il servizio idrico integrato a Roma e provincia. Il cuore del borgo, Piazza della Libertà, è dominato dal Palazzo Apostolico, opera di Carlo Maderno, dove dal XVII secolo i papi hanno trascorso le loro vacanze estive. Sullo sfondo appare la bellissima Parrocchia Pontificia San Tommaso da Villanova, progettata da Gian Lorenzo Bernini e commissionata da Papa Alessandro VII. Sulla stessa piazza si trova la sede comunale dell’ufficio postale, che utilizza la “figlia” della prima buca delle lettere del mondo. Percorrendo Corso della Fontanella, e dissetandosi presso la sua fontanella, si arriva a Piazza Cavallotti.

Il lago di Albano è una delle tappe obbligate, facile da raggiungere anche con i mezzi pubblici, per ammirare alcuni dei resti più interessanti di questo territorio: il Ninfeo Dorico – che risale alla Roma repubblicana -, l’antico porticciolo della Villa Domizianea e il Ninfeo Bergantino, una grotta naturale, luogo di delizie collegato alla villa dell’imperatore Domiziano.

CASTEL SAN PIETRO ROMANO

La tappa di Castel San Pietro Romano, nella provincia di Roma, incrocia due grandi personaggi della storia: il primo è l’apostolo Pietro, che ha predicato su questi monti; il secondo è Jacopone da Todi che qui ha trascorso i suoi ultimi anni di vita, imprigionato da papa Bonifacio VII nella Rocca dei Colonna. Nel Borgo, tra i più belli d’Italia, si arriva partendo dal sentiero del Monte Ginestro, passando per il Belvedere di Ponente, uno dei punti più panoramici della provincia di Roma. In piazza San Pietro uno degli edifici più spettacolari è Palazzo Mocci, costruito tra il 1732 e il 1738 su un progetto di Nicola Michetti. A pochi metri, la chiesa dedicata proprio a san Pietro Apostolo. Questi luoghi sono stati utilizzati spesso come set cinematografici, a partire dal famoso film Pane, amore e fantasia, girato nel 1953. Da non perdere, una visita alla Rocca di Colonna, fermandosi alla Fontana Nova, una fontanella in versione hi-tech, dove è possibile bere acqua potabile liscia o frizzante. Infine, un’ultima tappa verso il parco naturalistico della Cannucceta, dichiarato area naturale protetta e Monumento Naturale della Regione Lazio dal 1995.

IL CAMMINO DI CANNETO

Nel Lazio, e precisamente in provincia di Frosinone, dove il servizio idrico è gestita da Acea Ato 5, andiamo alla scoperta dei territori alimentati dall’acquedotto degli Aurunci, detto anche di Canneto – dall’omonima sorgente – e considerato uno dei più complessi e importanti realizzati nel dopoguerra. La prima tappa di questo luogo incantato è la cascata dello Schioppaturo di Settefrati, intitolata nel 2008 a Giovanni Paolo II. Poi, proseguendo in direzione Roccasecca, la terra che ha dato i natali al filosofo San Tommaso D’Aquino, ci si immerge nelle gole del Melfa, e passando per il lago di Capodacqua si arriva all’Abbazia di Montecassino, fondata nel 529 dopo Cristo da San Benedetto da Norcia, che qui scrisse “La Regola”. Guidati dall’app di Acea Waidy WOW giungiamo alla Grande Cascata di Isola dei Liri, l’unica che cade in pieno centro storico, dopo un salto di circa ventisette metri.

IN UMBRIA, I LUOGHI FRANCESCANI DELL’ACQUA

percorsi legati all’acqua in Umbria non possono prescindere dai luoghi dove ancora aleggiano la vita e l’opera di San Francesco, attraversando, per 120 chilometri in linea d’aria, pezzi di patrimonio artistico, paesaggistico e architettonico. Si parte da Perugia, dove la società Umbra Acque del gruppo Acea gestisce l’erogazione dell’acqua in 38 comuni, e dove tra il 1254 e il 1278 fu costruito un poderoso acquedotto. Con quest’opera si riuscì a portare l’acqua in salita e il 13 febbraio 1280 arrivò il primo zampillo della Fontana Maggiore di Perugia. Dal capoluogo si passa alla casa di San Francesco, nella mistica e aristocratica atmosfera di Assisi, con le sue fontane a ridosso di abitazioni e palazzi nobiliari: la Fonte Oliviera, la Fontana dei tre Leoni, la Fontana Marcella, la Fontana delle 26 cannelle. Uscendo da Assisi si arriva ad Acquasparta, dove San Francesco frequentava la sorgente Amerino per curare la sua gotta ed altri problemi fisici. Ed eccoci a Terni, con tre chiese (San Cristoforo, San Francesco e il convento di santa Maria delle Grazie) da non perdere, luoghi francescani per eccellenza. Più moderna, invece, la Fontana Monumentale, inaugurata nel 1936, distrutta da un bombardamento durante la Seconda Guerra Mondiale e restaurata negli anni Sessanta. Nella stessa provincia, a pochi chilometri da Narni, si trova il luogo più antico della predicazione di San Francesco in Valnerina, anche questo legato all’acqua. È il Sacro Speco: fondato da San Francesco nel 1213 mentre faceva il suo giro apostolico nella bassa Umbria: consente di ammirare, attraverso uno stretto corridoio, il pozzo dal quale fu attinta l’acqua che San Francesco, molto malato, trasformò in vino.

L’ultima tappa del tour in Umbria, guidati dalla bussola dell’acqua, è la cascata delle Marmore, tra le più alte d’Europa, formata dal fiume Velino che si getta nel fiume Nera. Per ammirare i salti della cascata ci sono due punti di accesso, il Belvedere superiore e quello inferiore. Se si sceglie il primo, ci si trova sulla strada che porta a Piediluco, con il suo lago. Qui San Francesco sostava a lungo, prima di riprendere il suo cammino di predicatore verso Greccio, talvolta, attraversando il lago su una piccola barca.

ALLA SCOPERTA DELLE SORGENTI DELL’AMIATA, IN TOSCANA

Il viaggio dell’acqua in Toscana ci porta alla scoperta delle sorgenti dell’Amiata, il gruppo montuoso situato nell’Antiappennino toscano, tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Paglia, tra la provincia di Grosseto e quella di Siena. Già l’etimologia della parola (Amiata, dal latino ad meata, ossia “alle sorgenti”) rende l’idea di quanto l’acqua sia un elemento centrale in un questo favoloso paesaggio. Seguendo gli itinerari tracciati da guide ambientali, si scopre la biodiversità che caratterizza le sorgenti naturali del monte Amiata. Un piccolo universo, da esplorare: dalla Montagna Sacra, come gli etruschi definirono il vulcano alto 1734 metri, ai boschi, agli uliveti, alle vigne, ai castagneti che scorrono in uno spettacolo naturale che in ogni stagione dell’anno suscita emozioni diverse. Questo patrimonio è preservato dalla comunità locale che protegge la sua terra conservando l’integrità di borghi di montagna, scrigni di storia e di cultura, dove il tempo sembra fermarsi. L’acqua, in questo scenario, è una via d’accesso ideale per scoprire, con un turismo di prossimità e a impatto zero, bellezze naturali, siti culturali e paesaggistici, eccellenze enogastronomiche (a partire da vini, oli e formaggi). Chi ama gli sport invernali, il trekking e il viaggio, qui trova la sua meta ideale. Con un ampio ventaglio di attività che si possono svolgere all’aperto. Il progetto “Le vie dell’acqua” in Toscana è promosso da Acea e da Acquedotto del Fiora, società del Gruppo che si occupa del servizio idrico integrato in quest’area, ed è sostenuto dai comuni di Arcidosso, Castel del Piano, Castiglione d’Orcia, Santa Flora e Seggiano. Il percorso è fruibile sull’app Waidy WOW, disponibile per iOS e Android.

LUCCA SULLA VIA DEL NOTTOLINI

Acqua purissima, oligominerale, opere di grande valore artistico, grazie alla firma dell’architetto e ingegnere Lorenzo Nottolini…e un paesaggio da favola. È questo il mix che contraddistingue il percorso dell’acqua intitolato proprio a Nottolini, nella città di Lucca, territorio nel quale opera Geal, società del Gruppo Acea che serve oltre 41.000 utenti e utilizza 620 chilometri di rete acquedottistica.

Partendo da Porta Santa Maria ci si può dissetare presso la fontana della Naiade – detta della Pupporona – e visitare la chiesa di Santa Giulia e la Cattedrale intitolata a San Martino. A Piazza Antelminelli è possibile ammirare la vasca bassa della fontana sita al centro, circondata da pilastri in marmo di Massa Carrara con bellissime teste di leone dalle quali fuoriesce l’acqua che alimenta diverse fontane. Tra queste troviamo: la Fontana del Gonfalone, all’altezza della Porta dei Borghi; la vasca a conchiglia dell’Orto Botanico che con il suo getto d’acqua disseta uccelli e insetti attratti da bacche e fiori; la fontanella in ghisa in Piazza Anfiteatro. La passeggiata prosegue, lasciando il centro di Lucca, verso un sentiero che corre lungo l’acquedotto fino al Monte Pisano. In prossimità della stazione ferroviaria termina l’acquedotto del Nottolini – un “monumento” d’ingegneria – che caratterizza la campagna e i territori agricoli e naturali. Concludiamo il cammino all’interno del parco fluviale, lungo il tratto del fiume Serchio, fino al ponte San Pietro, all’ombra di ontani, salici, acacie e pioppi.

LA VIA FRANCIGENA DEL SANNIO

Questo straordinario percorso, che attraversa antichi lavatoi, è ancora oggi utilizzato, per le stesse funzioni, come diversi secoli fa. Si parte da Sant’Agata de’ Goti, alle falde del Monte Taburno, e si arriva a Benevento. La prima tappa, molto suggestiva e unica per lo scenario, è il Lavatoio Resullo, tra le rovine di un antico monastero: ancora oggi qui arrivano le donne della zona a fare il loro bucato. Nel centro abitato, due bellissime fontane: la prima in piazza Duomo – intitolato all’Assunta e costruito nel 970 – la seconda a Villa Torricella, il giardino comunale affollato di alberi secolari. Da Sant’Agata de’ Goti si arriva a Foglianise, con la Fontana comunale che troneggia in prossimità della Chiesa di Sant’Anna. E poi a Benevento, dove in centro si viene accolti dalla Chiesa di Santa Sofia, patrimonio dell’Unesco, e dalla Fontana delle Catene, di stile barocco, dedicata a papa Orsini e collocata nella piazza che porta il suo nome. Un altro luogo imperdibile è la Fontana Chiaromonte, che fa parte del complesso della Chiesa di Santa Sofia, con una vasca circolare, dove al centro si erge un obelisco piantato sulla schiena di quattro leoni, dalle cui teste sgorga l’acqua. All’ingresso del vicolo che porta al quartiere ebraico di Benevento sorge invece la Fontana Flans te alo (tradotto dal latino significa Noi che adoriamo, soffiamo il vento). Infine, un suggestivo tuffo nell’arte contemporanea, con la Fontana firmata dall’artista della Transavanguardia di origine beneventana, Mimmo Paladino, in vicolo Noce. Si chiama Hortus Conclusus e presenta una figura umanoide con le braccia protese dalle quali spuntano piccole teste.

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