Urueña: il borgo spagnolo che rinasce con le librerie

Sono undici, di vario tipo, in un territorio con qualche centinaio di abitanti. Il format già imitato da Calogne, piccolo centro della Catalogna

Una scommessa piccola, ma avvincente. Un modo per restituire la vita ai borghi, passando attraverso la stretta porta della cultura, e in particolare della lettura. Urueña è diventata in poco più di dieci anni la “città del libro della Spagna”. Ma città è una parola grossa, in realtà si tratta di un borgo semi-spopolato e ricostruito, dal basso, grazie all’apertura di una serie di librerie.

URUEÑA CAPITALE DEL LIBRO

Dopo un primo finanziamento di complessivi tre milioni di euro, Urueña ha cambiato i suoi connotati. Le librerie in un borgo abitato da poche centinaia di persone sono diventate undici e coprono diversi settori. Soltanto alcune sono generiche. Le più frequentate hanno una dimensione tematica. Come la libreria Primera Pàgina dedicata al fotogiornalismo e Pàramo dove invece si comprano e si vendono libri usati.

LEGGI ANCHE: I borghi più belli d’Italia, regione per regione

IL BORGO CHE RINASCE CON LE LIBRERIE

Anche la Spagna, come l’Italia, ha un tesoro da non sprecare: i borghi spopolati, da incentivare per farli tornare a vivere. In Italia il problema è stato affrontato con finanziamenti per incentivare la scelta di vita di trasferirsi nei borghi. Fino al meccanismo delle vendite di case a 1 euro. Il caso di Urueña, invece, è una scommessa sul piacere della lettura e sulla possibilità di utilizzarlo come calamita per dare identità al luogo. Così, grazie alle 11 librerie seminate nel piccolo territorio, i frequentatori di Urueña hanno scoperto anche il suo castello medievale, il centro etnografico e la casa-museo di Joaquìn Dìaz, il popolare cantante che si è trasferito in questo borgo a 50 chilometri da Valladolid già agli inizi degli anni Ottanta.

PER APPROFONDIRE: Lettura, così massaggia il nostro cervello

LA CITTÀ DEL LIBRO IN SPAGNA

L’investimento su Urueña sta funzionando, anche se ci si sarà bisogno di tempo prima di raggiungere i risultati di Hay-on-Wye, la cittadina gallese che attira turisti da tutto il paese per la sua altissima concentrazione di librerie, specializzate a 360 gradi, e per un Festival letterario che si tiene ogni anno tra maggio e giugno. Urueña si sta ripopolando lentamente, gli spagnoli arrivano con i loro tempi e partendo dal fatto che il 35 per cento degli abitanti del Paese non leggono neanche un libro all’anno. Il format è stato già copiato, sempre in Spagna, dal piccolo borgo catalano di Calogne, dove le librerie inaugurate sono sette. A conferma di come si possa costruire del turismo culturale partendo proprio da ciò che sembra più trascurato dagli stili di vita troppo attratti da tv e Internet: il libro, l’eterno e meraviglioso libro.

TRE BORGHI DA NON PERDERE IN ITALIA:

 

Torna in alto