Anna ha 75 anni, e da quando è rimasta vedova, appena due anni fa, sulla sua vita è sceso il buio: non ha parenti stretti, ha perso i contatti con gli amici che condivideva con il marito, la depressione ha spento i suoi interessi. Luigi, 78 anni, invece ha perso la moglie da molto tempo, e da allora non si è mai ricostruito una sua vita affettiva. Inoltre sente di pesare sui figli, tutti indipendenti, e non riesce, con la sua modesta pensione, a sostenere le spese, per cui preferisce non uscire di casa.
Anna e Luigi, con il carico delle loro storie di vita, si sono ritrovati insieme a Figino, un quartiere della periferia nordoccidentale di Milano, dove sono riusciti ad avere un monolocale, con tanti spazi condivisi, nel cohousing “Una casa nel borgo”. Di fatto, sono diventati una coppia, sono sempre insieme, dalla mattina quando cucinano il pranzo o vanno a curare l’orto condiviso, fino alla sera quando, con gli altri residenti del cohousing votano e decidono il programma da guardare alla tv.

La comunità del cohousing di Figino si trova all’interno di un piccolo borgo definito “ecosostenibile” per le sue caratteristiche innanzitutto energetiche. Il sistema di riscaldamento e di raffreddamento ha come perno le pompe di calore che sfruttano le temperature dell’acqua di falda e i sistemi di recupero dell’acqua piovana che viene utilizzata per annaffiare tutti gli spazi verdi del borgo ecosostenibile, compresi gli orti condivisi che i residenti del borgo curano insieme.
Gli alloggi del Borgo di Figino sono 323, con spazi condivisi che comprendono i negozi del borgo e quasi 3mila metri quadrati di servizi, in gran parte concentrati nella piazza del Borgo, a partire dalle case-bottega, ovvero spazi per attività professionali e artigianali.
Ma il vero cuore del borgo è rappresentato dai 10 alloggi monolocali, su due piani, destinati ad anziani autosufficienti (uno o due persone per ogni locale). Ogni abitazione è autonoma, con ingresso, bagno e spazio personale; poi ci sono i locali attrezzati come spazi comuni: al primo piano un’ampia e comoda cucina, con una sala dove si residenti si possono riunire, non solo per pranzo e cena, ma anche per guardare la televisione; al secondo piano, una lavanderia comune e una zona relax; uno spazio di co-living previsto a ogni piano.

Con l’aiuto del gestore del cohousing (la cooperativa sociale Spazio Aperto Servizi), gli abitanti di Figino, come Anna e Luigi, non vivono chiusi e soli in una Residenza per anziani, ma possono fare insieme ginnastica e attività fisica, coltivare l’orto condiviso, organizzare piccoli laboratori manuali o anche partite a carte, festeggiare insieme le ricorrenze più importanti (Natale, Pasqua, compleanni e onomastici). La solitudine, per loro, è solo un brutto ricordo.
Fonte immagine di copertina: Fondazione Housing Sociale/Facebook
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