SOSTENIBILITÀ OLIMPIADI RIO 2016 –
Faccio un tifo sfegatato per il successo delle Olimpiadi in Brasile. Per lo spettacolo che questi Giochi ci hanno sempre regalato, per buon augurio a un Paese che amo e che oggi versa in una condizione drammatica, con un aumento esplosivo della corruzione e della povertà, per la speranza di un evento che, attraverso la bellezza della competizione sportiva, ci regali qualche giorno di distrazione, speriamo senza tragiche interruzioni, rispetto al mondo sottosopra in cui viviamo.
Detto questo, non posso registrare un fatto: le Olimpiadi in Brasile, dal punto di vista della sostenibilità ambientale e delle promesse che erano state fatte, sia da Cio (Il Comitato olimpico internazionale) sia dal governo del Paese, sia dai sindaci locali, è già un fallimento. A tutto tondo.
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LA DEFORESTAZIONE –
Mentre, infatti, tutti parlano della foresta amazzonica come del “Giardino del mondo”, e l’evocazione a questo patrimonio dell’umanità, non solo dei brasiliani, è parte integrante della coreografica olimpica, la deforestazione continua, anche per colpe della presidenza di Dilma Rousseff saltata per corruzione, a ritmi incessanti. Direi barbari. Siamo a un più 15 per cento nell’ultimo anno, e se si facesse una moratoria di questa barbara deforestazione, in occasioni delle Olimpiadi di Rio, si salverebbero alberi pari a 50mila campi di calcio. Capite di che cosa parliamo?
IL BLUFF DELLA SOSTENIBILITÀ –
Queste Olimpiadi di Rio erano state presentate, dall’inizio, come un modello di sostenibilità. Un vero bluff, una pura operazione di marketing e immagine, senza sostanza, alla luce dei risultati che finora abbiamo visto. A parte gli impegni sulla deforestazione, sui quali è sceso un algido silenzio dei potenti boss del Cio e dell’attuale governo brasiliano, quasi tutti i punti del piano per una Olimpiade modello sul piano ambientale, sono stati già disattesi e stracciati. Un esempio? Bisognava bonificare almeno all’80 per cento l’inquinatissima Bahia di Guanabara, dove sono previste le gare di vela: siamo molto lontani dall’obiettivo che pure era stato promesso dal sindaco di Rio de Janeiro. E vedremo presto se i traguardi annunciati per la raccolta dei rifiuti, per le emissioni di CO2 durante i Giochi, per la mobilità green di atleti e giornalisti, saranno rispettati. A questo punto ne dubito.
RIUTILIZZO IMPIANTI SPORTIVI –
In questo scenario mi lascia molto perplesso il nuovo annuncio su Olimpiadi e sostenibilità, da parte dei potenti signori del Cio. Che cosa dicono costoro? Basta con le Olimpiadi sprecone (pensate che ad Atene 21 dei 22 impianti costruiti per i Giochi sono del tutto inutilizzati) e da libri in tribunale sul piano finanziario, e avanti tutta con le Olimpiadi sostenibili. Ovvero, per esempio, giochi olimpici i cui impianti, prima ancora di essere costruiti, avranno già una seconda vita, una volta spenti i riflettori della manifestazione. Impianti da riusare e riutilizzare, innanzitutto a beneficio della popolazione del paese che ospita le Olimpiadi. Che dire? Il progetto è intrigante, tutto da condividere, dalla A alla Z, ma con una premessa. Niente bluff, come in Brasile.
(Credits immagine di copertina: Fernanda Kairys / Shutterstock.com)