
Il sospetto uccide qualsiasi competenza. Tutto si appiattisce nell’indistinto di dubbi poco fondati, alimentati spesso da fake news che circolano innanzitutto attraverso la Rete. Sospettare continuamente significa negare la conoscenza e la competenza. Sospettare è un modo per mortificare la ricerca e il progresso.
Meno si conosce, più si sospetta: lo spiega benissimo Nicolò Macchiavelli. Che avvisava: “Dove men si sa, più si sospetta”.
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Il sospetto è un atteggiamento mentale. Un conto è avere dubbi, e anzi coltivarli per cercare la verità, altra cosa è muovere il cervello solo attivando la marcia del sospetto. Significa bloccarlo.
La sospettosità non si giustifica con le preoccupazioni. Rappresentano soltanto un alibi, semmai è vero il contrario: una persona con la mente aperta ha la consapevolezza del pericolo, ma non ne viene paralizzata.
Il sospetto è uno dei tratti distintivi dei regimi autoritari. Con tutte le conseguenze che sappiamo in termini di perdita e limitazione della libertà.
Le persone sospettose fanno più fatica a costruire relazioni umane. Per amare, sotto qualsiasi forma, bisogna liberarsi dal vincolo del sospetto e delle sue ombre. Serve slancio.
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Photo credit immagine di copertina: Drop of Light / Shutterstock.com
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