La cameriera robot arriva in Italia nel ristorante di un cinese. Non è mai stanca. Sorride sempre. E parla ben tre lingue

Amy è il primo robot a servire ai tavoli in Sardegna, in un locale a Cagliari. E’ una star di Instagram e Facebook. Non sostituirà uomini e donne, ma ci fa riflettere sulla potenza della macchina. E sui rischi che corriamo

robot al posto dei camerieri

ROBOT AL POSTO DEI CAMERIERI

Amy fa la cameriera in un ristorante cagliaritano. Sorridente, gentile, e mai stanca. Un potenziale rischio spreco per l’uomo, considerando la potenza invasiva della macchina. In fondo, Amy rappresenta il sogno distopico per qualsiasi proprietario di un locale pubblico; impossibile da realizzare, e per fortuna, in base al normale andamento di una giornata di lavoro di un qualsiasi essere umano. E in effetti, Amy non è umana: è una cameriera robot, la prima a servire in un ristorante della Sardegna. Dalle simpatiche sembianze umanoidi, con una gonna di transistor lunga fino al ginocchio, porta piatti e vassoi in un ristorante di cucina giapponese nel centro di Cagliari.

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CAMERIERI ROBOT

A decidere di acquistare la prima cameriera sarda in acciaio e circuiti è stato proprio il titolare Jan Ma, un imprenditore cinese di Shan Dong (in Cina anche gli uomini sono abituati a lavorare con turni lunghissimi, e senza mai lamentarsi) molto soddisfatto della sua assunzione, con un pizzico di rimpianto. Se fosse stata costruita e spedita prima, sarebbe stata un record in Italia, Invece è arrivata quest’anno, e gli hanno soffiato il primato. In Sardegna, però, è una novità assoluta.

Non si equivochi, però: Amy non ha rubato il posto a nessuno, e non certo è stata acquistata per sostituire i collaboratori del ristorante di Jan Ma. Nessuna cameriera in carne ed ossa è stata licenziata, essendo Amy un robot che funge piuttosto da attrazione per i clienti.

Ne sono affascinati sia i bambini, che ci giocano volentieri, che gli adulti, che l’hanno resa una star dei social per via di foto e selfie.

robot al posto dei camerieri

CAMERIERA ROBOT CAGLIARI

Amy, però, non può sorridere allo scatto: non cambia mai espressione, basta toccarle un braccio e si allontana, orientandosi da sola con dei sensori di movimento. Il pannello touch screen che ha sul petto le permette di prendere le comande, ma, se serve, sa parlare tre lingue: cinese, giapponese ed inglese, anche se Jan Ma sta aspettando l’aggiornamento che le permetterà di parlare anche in italiano.

Una cameriera di pelle d’acciaio, bionica, a cui Jan, in Sardegna da 20 anni e sposato con una donna sarda, ha deciso di affidarsi. Perché Amy non è mai stanca, non chiede mai un giorno di riposo, serve sushi, prende ordini in cucina e sorride. Sempre. Ma chissà che facce farebbe se potesse cambiare espressione. E in ogni caso, oltre che essere utile anche come operazione di marketing, per l’attività dell’abile ristoratore cinese, ci aiuta a capire, come un simbolo, dove possono arrivare i robot. E dove non dovranno mai arrivare.

(Immagine di copertina tratta dal portale youtg.net)

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