Ri-Pescato, così il pesce catturato in modo illegale finisce sulle tavole delle famiglie povere

Una felice collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Banco Alimentare. Distribuiti oltre 83mila pasti a persone bisognose

ri pescato

Oltre 83.000 pasti distribuiti a persone bisognose grazie al recupero di oltre circa 12.000 kg di pescato di frodo: questi alcuni risultati dei primi 18 mesi di sperimentazione del progetto di economia circolare contro lo spreco e di sostegno ai bisognosi “RI-PESCATO: dal mercato illegale al mercato solidale, finalizzato al recupero e alla lavorazione del pesce sequestrato e alla sua distribuzione agli enti caritativi.

RI-PESCATO

Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Banco Alimentare – già partner della Banca in quanto da diversi anni ne sostiene la mission che prevede il recupero e raccolta di alimenti per redistribuirli ad organizzazioni che in Italia offrono aiuti alimentari e persone indigenti -, si è resa promotrice e sostenitrice del nuovo progetto per assicurare che il prodotto, altamente deperibile e allo stesso tempo con un elevato valore nutrizionale, sia destinato a chi vive situazioni di difficoltà sociale ed economica.

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RI-PESCATO, DAL MERCATO ILLEGALE AL MERCATO SOLIDALE

La Sicilia è infatti la prima regione di sviluppo dell’iniziativa che si svolge grazie al lavoro congiunto di diversi soggetti: le Capitanerie di Porto siciliane, il MAAS – Mercati Agro-Alimentari Sicilia, la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, gli enti caritativi convenzionati con la rete del Banco Alimentare. L’attività si articola in diverse fasi. Il prodotto, dopo la confisca, viene conservato in celle frigorifere idonee, fino alla certificazione di idoneità al consumo umano da parte dell’ASP entro 24 – 48 ore. Successivamente viene trasferito con appositi furgoni refrigerati presso cooperative locali per essere lavorato, congelato e infine distribuito alle organizzazioni caritative siciliane.

«La collaborazione tra Banco Alimentare ed Intesa Sanpaolo ha radici storiche e negli ultimi anni si è ulteriormente sviluppata: è stata la stessa Banca a proporci la possibilità di finanziare progetti innovativi che potessero aprire nuove possibilità di sostegno alimentare per le persone in difficoltà, andando ad incidere anche su inclusione sociale e sui temi di economia circolare”, ha commentato Giuseppe Parma, Direttore Generale di Fondazione Banco Alimentare, aggiungendo che “Il sostegno di Intesa Sanpaolo per il Progetto RiPescato ha consentito una “strutturazione” dello stesso e l’impiego di risorse adeguate per la sua gestione. Banco Alimentare guarda a questo progetto come conferma della necessità di collaborazione tra profit e no-profit, che mettendo a disposizione l’uno dell’altro risorse, competenze ed idee possono lavorare insieme impattando positivamente sull’intera comunità. Una collaborazione come questa infatti potenzia la nostra mission e ci apre a nuove possibilità di progettazione e di sostegno alle persone in difficoltà».

RI-PESCATO, PER DONARE IL PESCE SEQUESTRATO

L’impatto sociale e i benefici del progetto sono numerosi: il contenimento dello spreco alimentare, la tutela della salute, il rispetto dei valori di legalità (potrebbe essere immesso sul mercato illegalmente), la salvaguardia dell’economia del territorio e dell’occupazione.

Lo sviluppo di questo progetto e del suo innovativo modello di recupero potrà essere esteso dal territorio siciliano ad altre regioni costiere in Italia nei prossimi mesi, raggiungendo alcuni tra i più importanti obiettivi di sviluppo sostenibile dell’agenda ONU 2030.

RI-PESCATO, infine, si candida ad essere une delle migliori best practice nell’ambito della lotta agli sprechi e alle perdite alimentari. «Siamo molto contenti di questo nuovo intervento che ci vede ancora una volta insieme al Banco Alimentare. Dopo l’accordo di collaborazione quadriennale e il sostegno al progetto Siticibo che ci hanno permesso di offrire milioni di pasti alle persone in difficoltà, questa iniziativa originale e innovativa rafforza l’impegno della Banca a favore delle persone in stato di bisogno, così come previsto dal Piano d’Impresa”, ha aggiunto Elena Jacobs, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo perché si tratta di “un progetto complesso, sfidante, che ci ha consentito – attraverso il lavoro sinergico di una pluralità di soggetti locali, pubblici e privati – di raggiungere numerosi obiettivi ESGs dell’agenda 2030 ONU: contrasto alla povertà, riduzione delle disuguaglianze, tutela della salute, salvaguardia ambientale, contenimento dello spreco alimentare e sostegno al lavoro dignitoso e alla crescita economica».

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