Cesare Fiocco ha 64 anni. È romano e dopo aver lavorato per anni e anni come carrozziere, ora è in pensione. Ha sempre avuto un grande interesse verso il volontariato così, quando sua figlia Jessica Fiocco, 33 anni, assistente al montaggio per cinema e serie tv, gli ha proposto di andare con lui a dedicare qualche ora a chi ne ha più bisogno, non ci ha pensato due volte. Sono passati più di due anni e, da quel giorno, ogni sabato, Cesare e Jessica, raggiungono il Nuovo Mercato Esquilino, nell’omonimo quartiere di Roma e insieme agli altri volontari di ReFoodGees recuperano la frutta e la verdura accantonata nelle cassette o rimasta sui banchi perché troppo matura, leggermente ammaccata o rovinata e la distribuiscono gratuitamente a chi la desidera o ne ha necessità.
ReFoodGees è un’associazione di promozione sociale e, dal 2017, porta avanti il progetto RomaSalvaCibo, un’iniziativa che prevede il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari all’interno dei mercati rionali romani. Attualmente conta trenta volontari. La fondatrice, presidente e coordinatrice dei volontari è Viola De Andrade Piroli. È un’istruttrice di pilates e, prima di dare vita a ReFoodGees, si era occupata di accoglienza dal basso dei migranti in arrivo a Roma. Ora condivide questa esperienza di volontariato con il compagno Vito Cristella, da tempo impegnato nel campo dell’agricoltura sociale.
«È nato prima il progetto e poi l’associazione, nel senso che l’iniziativa è stata portata avanti in maniera informale e spontanea: non c’era un’associazione dietro» racconta Viola. Grazie alla rete con un altro progetto simile di lotta allo spreco alimentare, RePoPP, portato avanti a Torino, nel 2017 RomaSalvaCibo arriva al Mercato dell’Alberone a Roma e poi, dopo un anno di attività, con la fondazione di ReFoodGees, si sposta al Nuovo Mercato Esquilino. Qui, ogni sabato, sottrae allo spreco dai 600 ai 1200 chilogrammi di alimenti in eccedenza: frutta e verdura ancora in buono stato e perfettamente commestibile. Dai 33mila ai 43mila chilogrammi in totale le quantità di cibo recuperate invece in un anno. Circa 200mila i chilogrammi di alimenti salvati dallo spreco, da quando è stato avviato il progetto.
«Anche noi volontari facciamo la nostra spesa e riempiamo la nostra busta. Chi vuole, ovviamente. L’idea alla base del progetto è che il cibo è per tutti: tutti ci nutriamo e quindi è veramente la cosa più democratica e circolare che c’è. È ancora tanto il cibo che viene ingiustamente e ingiustificatamente sprecato quando invece potremmo mangiarlo tutti. Pertanto il nostro non è un progetto rivolto ai poveri, anche se ovviamente ci fa piacere aiutare chi è in difficoltà. Quello che recuperiamo non è cibo di scarto per persone povere ma sono alimenti che io mangio, che le mie figlie mangiano e che tutti noi condividiamo e portiamo in tavola. Può essere meno bello in alcuni casi ma sicuramente ancora buono, e ottimo da trasformare in succhi di frutta e spremute. Ad esempio nel nostro logo c’è una banana, un simbolo delle centinaia di chilogrammi di banane che arrivano sui banchi di frutta e verdura, anche biologiche, spesso gettate via solo perché mature e marroncine all’esterno. In realtà, non solo sono ancora ottime da mangiare ma sono anche l’ingrediente ideale del banana bread», aggiunge Viola.
Ma non c’è solo il recupero dell’invenduto tra le priorità di ReFoodGees. Come suggerisce il nome, tra gli obiettivi dell’associazione vi è anche l’inclusione sociale di rifugiati e richiedenti asilo e, più in generale, di volontari provenienti da diverse parti del mondo.
“Recuperiamo cibo e coltiviamo umanità” è questo il motto dell’associazione. Una frase che racchiude il senso profondo dell’attività di ReFoodGees: l’attenzione all’ambiente e ai rapporti tra le persone. «Per noi è importante che queste due ore si trasformino in un’occasione di socializzazione e scambio non solo tra noi volontari ma anche con le persone che si mettono in fila per ricevere gli alimenti», racconta Viola. In diverse occasioni, durante le ore in cui è attivo il gazebo di RomaSalvaCibo, ReFoodGees ha ospitato dei concerti musicali: «per noi questa è una piazza da animare, da vivere e da coltivare», aggiunge Viola.
Ogni sabato, alle 15, si reca al panificio che ha scelto di donare il pane, la pizza e le focacce invendute e poi raggiunge il gruppo di volontari nel quartiere Esquilino. Qui la distribuzione degli alimenti recuperati inizia alle 17, quando il mercato chiude. Ma la fila inizia a formarsi già alle 16 quando i volontari di ReFoodGees cominciano ad allestire i tavoli sui quali riporre le cassette di frutta e verdura e recuperano i carrelli con cui fare il giro tra i banchi. È un gruppo molto eterogeneo quello che, in maniera ordinata, aspetta il proprio turno. Ci sono persone di ogni età, studenti ma anche pensionati e mamme con bambini piccoli. Alcuni sono italiani e tanti altri provengono dall’Africa, dal Pakistan, dal Brasile o dal Bangladesh. Tutti hanno in mano un sacchetto portato da casa. E c’è anche chi ha la busta delle consegne Amazon come shopper: anche questa una forma di riciclo. «Abbiamo deciso di non dare buste perché così si disincentiva il monouso. A chi dimentica il sacchetto diamo una cassetta e può portarla a casa, però in linea di massima tutti hanno una propria borsa», spiega Viola.
Il Nuovo Mercato Esquilino è un bazar rumoroso al centro del quartiere più multietnico e multiculturale della città. Un luogo in cui lasciarsi travolgere dall’odore delle spezie che arrivano da terre lontane e fermarsi ad assaporare alimenti difficili da trovare sui banchi dei supermercati, in grado di riportare alla mente ricordi di tempi passati e luoghi che non si rivedono da troppo tempo. Tante le persone straniere che raggiungono il mercato da ogni parte di Roma proprio perché qui trovano la frutta e la verdura tipica del proprio paese d’origine. Telma Oliveira, volontaria di ReFoodGeess, ogni tanto si ferma ad osservare le persone in attesa e quello che nota è il sorriso che compare sui loro volti quando mangiano un frutto che non vedevano da tanto, da quando avevano lasciato la propria terra. Per lei quel sorriso è una tra le soddisfazioni più belle della sua attività di volontaria. È di origine brasiliana e ha conosciuto ReFoodGees tramite Viola: avevano lavorato insieme nel campo del sociale. Per Telma fare volontariato è un «bellissimo modo di vivere» e grazie a ReFoodGees ha imparato a fare la spesa senza sprechi: per evitare che gli alimenti si rovinino compra soltanto quello che sa che verrà consumato e poi, se necessario, aggiunge altre cose. Anche Lucia Di Mauro, responsabile di una casa famiglia che ospita mamme, bambini e adolescenti, è arrivata a ReFoodGees perché incuriosita dalla lotta agli sprechi ma poi, giorno dopo giorno, ha scoperto una realtà che l’ha conquistata anche dal punto di vista dell’integrazione: «ho incontrato un mondo bellissimo, è uno scambio meraviglioso», racconta. Ma c’è una cosa che più di tutte la emoziona: vedere tante persone in fila che appartengono ad etnie e tradizioni diverse ma trovano un punto in comune attraverso il cibo. «Vedere che tra di loro c’è gente che si scambia le ricette di piatti preparati con alimenti di cui non sanno i nomi, e di cui magari si informano l’uno con l’altro, è meraviglioso», aggiunge Lucia.
Tra tutti, c’è un ortaggio che desta sempre curiosità ed è la patola, una verdura simile alla zucchina, dalla forma allungata, di provenienza asiatica. «Questi alimenti, oltre ad essere stati coltivati, annaffiati e raccolti, hanno fatto un viaggio per arrivare fino a qui. Trasportarli dal Centro America, dal Sud America o dall’Asia ha un notevole impatto ambientale, e poi finisce che vengono buttati via. Anche noi abbiamo scoperto e imparato a conoscere tanti ortaggi di cui non avevamo mai sentito parlare e ora li consumiamo», spiega Viola. A volte il gruppo di ReFoodGees organizza anche delle merende solidali. «Una volta abbiamo ricevuto una donazione di farina e zucchero. Li abbiamo donati chiedendo a ognuno di portarci, per il sabato successivo, un dolce della propria tradizione culinaria. Così, abbiamo mangiato tutti insieme i dolci preparati da tante delle donne che vengono qui ogni sabato», continua Viola.
Mentre gli adulti in fila chiacchierano, i bambini ricevono un giocattolo: un piccolo dono che permette loro di trascorrere del tempo divertendosi, mentre la mamma o il papà aspettano che arrivi il loro turno. «Cerchiamo sempre di creare un punto dove possano disegnare e giocare», aggiunge Viola. Alcune volte, prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, i volontari di ReFoodGees, tramite il passaparola tra amici e conoscenti, hanno raccolto penne, quaderni, pennarelli, evidenziatori e altro materiale di cancelleria da donare poi a bambini e ragazzi. A raccontarlo è Sonia Marisei, volontaria di ReFoodGees. «Quando, per la casa famiglia, riceviamo grandi quantità di omogeneizzati o latte e ne avanzano, io comunico a chi lo ha offerto che lo dono anche alle mamme e ai bambini che assistiamo al mercato. Qualche volta mi è capitato di portare anche vestiti e giocattoli: anche questo è un modo per non sprecare», aggiunge Lucia Di Mauro.
È un tripudio di carrelli pieni di cassette contenenti frutta e verdura che vanno su e giù per il piazzale dove i volontari di ReFoodGees controllano gli alimenti recuperati, li pesano e scartano solo le eccedenze che proprio non possono essere distribuite perché estremamente rovinate. Ognuno ha il proprio compito e tra coloro che riempiono i carrelli passando tra i banchi del mercato ci sono Cesare Fiocco e Sega Dansoko. Si sono conosciuti tramite l’associazione e ora li lega un’amicizia molto forte. Sega è giovanissimo ed è arrivato in Italia dal Mali diversi anni fa. Qui, dopo aver concluso un ciclo scolastico, ha frequentato alcuni corsi professionali di cucina e pasticceria e oggi lavora come pasticciere. È stato il suo amico Yakouba ad avvicinarlo a ReFoodGees: era il 2018 e da allora, il sabato e la domenica, i suoi giorni liberi, li dedica al volontariato. Ogni sabato, dopo aver concluso la distribuzione con ReFoodGees torna a casa con la sua busta contenente frutta e verdura. Ma non la tiene per sé. Sega collabora anche con un’altra associazione che si chiama Mama Termini. Anche i volontari di Mama Termini recuperano quello che, a causa della chiusura domenicale dei mercati, andrebbe poi gettato via, cibo ancora buono, e lo riutilizzano per la preparazione casalinga dei pasti che poi vengono distribuiti ai senzatetto della stazione Termini o di altre zone di Roma.
Per Sega aiutare gli altri è importante, è qualcosa di cui non riesce a fare a meno. La sua casa è molto lontana ma qui a Roma non si è mai sentito solo: ha trovato tante altre famiglie che gli vogliono bene. Si commuove quando ricorda la festa organizzata dai suoi colleghi e amici per il suo compleanno: «da noi in Mali non festeggiamo, ma loro mi invitano sempre per il mio compleanno. E a me fa tanto piacere. Lo scorso anno siamo andati al ristorante, abbiamo cenato tutti insieme. È qualcosa che non potrò mai dimenticare». Ma anche Sega non si fa trovare impreparato in occasione dei compleanni dei volontari di ReFoodGees. «Ha una lista con tutte le date dei nostri compleanni: l’ha fatta di nascosto, noi non ce ne siamo accorti. E per ogni compleanno porta una torta per festeggiare, ci fa una sorpresa. E questo è bellissimo», racconta Lucia Di Mauro.
L’attività di ReFoodGees non si è fermata neanche durante la fase più drammatica della pandemia. Quando tutti eravamo in lockdown ed era necessario evitare assembramenti, i volontari recuperavano le eccedenze alimentari e le consegnavano alle associazioni che poi, a loro volta, le distribuivano a chi era supportato dalla loro rete. «Siamo andati avanti così fino a giugno, poi abbiamo ricominciato con la distribuzione qui al mercato, distanziando le file», spiega Viola.
Intorno alle 17 le persone in fila sono ormai tante. Tra di loro c’è una ragazza che si stacca dal gruppo, raggiunge Viola e le porge un fiore. Un gesto semplice ma ricco di significato. Viola si commuove. Non è la prima volta che qualcuno le fa un piccolo dono ma ogni volta è sempre un’emozione forte quella che prova di fronte alla riconoscenza delle persone. La ragazza che le ha appena regalato il fiore si chiama Alexia, è siciliana ma vive a Roma, all’Esquilino, e studia scenografia. Recuperare frutta e verdura ogni sabato per lei è importante: non solo a livello economico, perché le consente di risparmiare sui costi della spesa, un fattore importante per tanti studenti, ma anche in ottica anti-spreco. Nella sua cucina, la frutta molto matura diventa l’ingrediente perfetto per la preparazione di tanti succhi dai gusti differenti.
Sono tanti i momenti belli che Viola porta con sé da questa esperienza che, ogni settimana, «difende» da qualsiasi altro impegno. C’è un ricordo che tra tutti le torna in mente. Un sabato – racconta – una bambina marocchina, quando mi ha vista da lontano, mi è corsa incontro e nonostante fossimo in piena pandemia e quindi dovevamo mantenere le distanze, mi è saltata addosso e mi ha abbracciata. I bambini saltano qualsiasi barriera, anche quelle necessarie.
È un vortice continuo di emozioni quello che vive Viola quando parla delle persone e delle storie che ha la fortuna di incrociare e che sono per lei linfa vitale. Vito Cristella invece non può fare a meno di ricordare quel sabato in cui una signora calabrese di ben novantasei anni, che passava spesso a recuperare frutta e verdura, si presentò da lui con dei soldi: venticinque euro, una piccola cifra ma la testimonianza di un riconoscimento enorme per il lavoro fatto dal gruppo di volontari e per il sostegno dato a tante persone in difficoltà. «Voi fate tutto questo, grazie», le parole della signora a Vito. «Quando mi ha portato i soldi io le ho detto che non potevo assolutamente accettarli e lei, preoccupata, mi ha risposto: “ma non vi fate pagare. Come andate avanti?”. Io le ho detto di non preoccuparsi perché per noi la cosa più importante è essere di aiuto a chi ne ha veramente bisogno», racconta Vito Cristalla.
ReFoodGees si finanzia attraverso le donazioni private, tramite il 5 per mille, lo shop sul sito, la vendita di grembiuli e altri accessori realizzati a mano in collaborazione con una sartoria sociale ma soprattutto attraverso i finanziamenti ricevuti per la realizzazione dei diversi progetti portati avanti. L’attività di ReFoodGees infatti non si limita al sabato ma si estende lungo tutta la settimana. «RomaSalvaCibo è il progetto originario e sicuramente quello che ha un maggiore impatto visivo. Però ci sono anche altri progetti che stiamo portando avanti, ad esempio i laboratori nelle scuole o il progetto infrasettimanale “RecuperiAmo” avviato grazie al finanziamento di una Fondazione. Si tratta di un’iniziativa che prevede la consegna porta a porta degli alimenti recuperati, ogni mercoledì, al Nuovo Mercato Esquilino. Una volta effettuata la raccolta, c’è chi preleva le cassette e le consegna direttamente, a casa, alle famiglie in situazione di fragilità economica da noi assistite. I ragazzi che si occupano di questa attività, hanno un contratto e vengono retribuiti e anche questo è importante perché è un’occasione di inclusione lavorativa, per quanto piccola», spiega Viola.
Diverse anche le persone che prima si recavano al gazebo di ReFoodGees per portare a casa il pane, la frutta e la verdura e poi hanno deciso di entrare a far parte della squadra dei volontari, diventando «parte integrante della famiglia» come racconta Jessica Fiocco. «Tra le persone che frequentano il nostro gazebo e noi volontari si è creata in qualche modo una rete. È bello che oltre all’attività con il mercato ci sia quel qualcosa di più».
L’immagine di copertina e alcune tra le altre immagini inserite nel testo sono tratte dalla pagina Facebook “Refoodgees – Roma”. Dove non indicato, si tratta di immagini scattate dall’autrice del reportage.
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