Arquata del Tronto riparte dai sentieri. Puliti e sistemati da quindici giovani cittadini

A quattro anni dal sisma, nell'indifferenza delle istituzioni, quindici giovani dell'associazione Arquata Potest e altri volontari si sono messi a sistemare e pulire i sentieri che collegano le frazioni del borgo. Per sconfiggere le macerie con la bellezza

recupero sentieri arquata del tronto

50 chilometri di sentieri puliti dalle erbacce, sistemati, resi di nuovo agibili per le passeggiate in solitaria o in compagnia. Percorsi disseminati tra ben due parchi nazionali, che non meritano di venire dimenticati. La forza della bellezza che non si arrende nemmeno davanti alle tragedie, all’imprevisto, alle macerie.

LEGGI ANCHE: La Terra e l’Altalena: tutti i luoghi degli eventi sismici insieme in una lunga marcia

RECUPERO SENTIERI ARQUATA DEL TRONTO

Arquata del Tronto, comune marchigiano in provincia di Ascoli Piceno di 1062 abitanti, unico comune d’Europa a confinare con due riserve nazionali di flora e fauna, il Parco nazionale dei Monti Sibillini a nord e il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga a sud. Noto ai più non per le sue bellezze naturali, le specialità enogastronomiche (che sono il risultato di una contaminazione di quattro cucine e tradizioni differenti: quella marchigiana, quella laziale, quella abbruzzese e quella umbra) e per la sua offerta turistica, ma purtroppo per via del terribile sisma del 24 agosto 2016. Luogo simbolo della tragedia, le foto delle macerie hanno risuonato, potenti, per giorni. A quattro anni dalla scossa che ha squarciato non solo gli edifici ma anche la vita della comunità stessa, pochissimo è stato fatto per la ricostruzione e la ripartenza dell’Alta Valle del Tronto.

recupero sentieri arquata del tronto

E, come sempre, dove non arrivano le istituzioni cieche e elefantiache, arrivano i cittadini e le cittadine. In questo caso, i giovani e le giovani abitanti di Arquata, che hanno lottato affinché i cumuli di pietre crollate non vincessero sulla natura e sulla voglia di viverla. Da allora, anche se vivono o studiano in tutta la penisola, si ritrovano ogni weekend nel loro borgo natale per ripulire e ripristinare i sentieri immersi nel verde che collegano le tredici frazioni di Arquata, armati di attrezzi e segnaletica nuova di zecca, fatta costruire dagli artigiani del legno della zona: così, tagliano l’erba alta, liberano le strade ingombre di pietre e permettono alle attività di rimanere in piedi, permettendo il transito soprattutto davanti agli agriturismi e ai ristoranti che sopravvivono. 

PER APPROFONDIRE: Ricostruzione comuni dell’Appennino, li hanno abbandonati dopo tante promesse e nonostante una pioggia di soldi

PROGETTO SENTIERI ARQUATA POTEST

Quindici trentenni di Arquata, riuniti nell’associazione Arquata Potest, Arquata può, fino al 2016 impegnati “soltanto” a combattere lo spopolamento della zona, a promuoverne il turismo lento e le bellezze dei due parchi naturali che racchiude il borgo. Dopo il sisma, però, il trauma della comunità non li ha fermati. E, come dice uno dei fondatori dell’associazione, Paolo Izzi, in un’intervista al Corriere della Sera: «Il terremoto ha rovinato tutto, ma non la bellezza che ci circonda». L’iniziativa di ripulitura dell’anello di sentieri, lungo una cinquantina di chilometri, ha da subito unito molti intorno allo scopo: dagli esperti tecnicamente, che li hanno aiutati a capire come ripulire quei sentieri, quali attrezzature usare e come farlo in sicurezza, a braccia di cittadini e cittadine per aiutare, fino alle donazioni in denaro per portare avanti il progetto. Tempo fa, poi, hanno deciso di andare a ripulire le strade della cosiddetta zona rossa, nonostante fossero completamente inagibili e ricoperte di macerie. Per dignità, in primis, e poi per accendere la luce sull’incuria e l’abbandono delle istituzioni, scortati dai Vigili del Fuoco e equipaggiati con caschetti protettivi ed abiti adatti.

La notizia del loro impegno si è sparsa veloce nella vallata, tra gli altri centri del sisma, che a volte chiamano per avere consigli e una mano per avviare anche nelle proprie zone un progetto simile. Continua Izzi: «Quando le persone capiscono che lo facciamo per gratuità, come volontari, si stupiscono e si mettono in moto a loro volta». Una catena di solidarietà e sostegno che ha come unico scopo preservare la bellezza di quei luoghi, lasciando spazio anche all’arte sacra. Uno dei prossimi progetti, infatti, autofinanziato ma realizzato con l’aiuto del parroco di Arquata e del vescovo, è quello di riportare nel borgo il crocifisso ligneo più antico delle Marche, attualmente ad Ascoli Piceno per motivi di conservazione.

(Immagine in evidenza tratta dalla pagina Facebook dell’associazione Arquata Potest)

STORIE SENTIERI E BORGHI:

 

 

 

Torna in alto