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Proposta: un commissario Bondi in ogni regione

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Un commissario alla spending review, come Enrico Bondi a livello nazionale, in ogni regione. Il caso Lazio, come la Lombardia e la Sicilia, dimostra una cosa fondamentale: la spesa regionale è ormai fuori controllo e incide pesantemente sul debito pubblico. Dunque è il governo, con i suoi poteri, che può intervenire per frenarla. Parliamo di numeri molto importanti, se si considera che nel 2011 soltanto per finanziare gli organi istituzionali, giunta, consiglio e commissioni, le regioni hanno speso quasi 900 milioni di euro. Una somma pari a quanto le stesse amministrazioni impegnano per il turismo e doppia rispetto alle uscite per ricerca scientifica e artigianato. E’ nel buio totale di queste spese che si consumano sprechi e privilegi come, per esempio, la moltiplicazione delle commissioni e dei gruppi consiliari della regione Lazio: 21 commissioni tra permanenti e speciali e 17 gruppi politici, dei quali 8 con un solo componente. E’ nell’assoluta mancanza di controlli che maturano i reati penali, sui quali dovrà decidere la magistratura, con le spese pazze per i festini, le ostriche, lo champagne e le compravendite immobiliari. Un commissario per ogni regione significherebbe passare al setaccio le singole spese, e non aspettare il solito intervento della magistratura. Dare ordine ai conti e tagliare dove è necessario. Rendere più trasparente il funzionamento della macchina, distinguendolo dall’attività di propaganda delle singole forze politiche. Mettere sotto controllo la spesa in periferia diventata una vera bomba a orologeria sul debito nazionale. Un commissario alla Bondi che, ovviamente, dovrebbe rispondere del suo operato a Roma, al governo e alla cabina di regia sulla spending review.

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