Le rinnovabili in Italia stanno rallentando, e anche in modo molto significativo. Nella prima metà del 2025 il mercato italiano delle rinnovabili ha segnato una flessione del 18 per cento rispetto allo stesso periodo del 2024, un calo che ha interessato tutte le tecnologie. In particolare, il fotovoltaico è in forte contrazione e segna, nel primo trimestre del 2025, un meno 19 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
E proprio il 2024 si può considerare un anno di svolta nelle rinnovabili con risultati che vanno visti in due direzioni. Da un lato l’aumento complessivo della capacità di generazione di elettricità da fonti rinnovabili di quasi il 29%; dall’altro versante il confronto con gli altri paesi europei, che ci vede decisamente distanti dalle prime posizioni.
Nel 2024, infatti, la Germania ha prodotto circa il 61,5 per cento dell’energia elettrica con fonti rinnovabili; la Spagna quasi il 60 per cento; mentre l’Italia è attorno al 41 per cento. Peggio di noi, tra le grandi nazioni europee, c’è solo la Francia, a conferma della sua crisi strutturale ormai evidente: qui, dove tra l’altro tre le fonti rinnovabili domina ancora il nucleare, la percentuale scende al 26,3 per cento.
Ma quali sono le principali cause che determinano il rallentamento così marcato delle rinnovabili? Eccone alcune:
- Prezzi troppo alti per i piccoli impianti: e infatti il rallentamento più significativo riguarda questa tipologia di impianti, specie nel settore residenziale (pensate al fotovoltaico da balcone), mentre strutture più grandi, e ben finanziate, continuano a segnare una costante crescita.
- La revisione degli incentivi, messa a terra dopo anni nei quali la corsa alle rinnovabili si è tradotta frequentemente in speculazioni finanziarie e contributi incassati con la tecnica del “prendi i soldi e scappa”, ha reso meno appetibili i nuovi impianti di rinnovabili.
- Le norme sono troppe e continuano ad aumentare, in un quadro complessivo di enorme incertezza.
- La difesa dei suoli con destinazione agricola ha portato a una diminuzione degli spazi per gli impianti delle rinnovabili.
Il rallentamento delle rinnovabili rischia di tradursi in un doppio spreco, con due opportunità che saltano. La prima è l’obiettivo, scolpito nelle decisioni del governo e del Parlamento, di arrivare a una quota dei consumi elettrici da rinnovabili pari al 63,4% entro il 2030: un traguardo di fatto irrealizzabile. Il secondo punto critico riguarda la taglia degli impianti: se non riprende una sana crescita delle rinnovabili, ci sono buone probabilità che in Italia possano avere spazio solo grandi impianti, a danno dei piccoli consumatori. Tutto ciò mentre il sistema-Paese, a tutti i livelli, dovrebbe spingere per la crescita delle comunità energetiche, il vero traguardo della sostenibilità declinata nel settore degli approvvigionamenti energetici.
Leggi anche:
- Perché convengono le energie rinnovabili
- Eolico in Italia: diminuisce la produzione
- Cosa sono le Comunità energetiche rinnovabili e quali vantaggi offrono
Vuoi conoscere una selezione delle nostre notizie?
- Iscriviti alla nostra Newsletter cliccando qui;
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite;
- Seguici su Facebook, Instagram e Pinterest.