A Parigi autorimesse e immobili abbandonati trasformati in case pubbliche da affittare a prezzi moderati

Un piano concreto e ambizioso per affrontare in modo concreto il caro-alloggi. E contenere la speculazione edilizia, anche nel nome della falsa sostenibilità, che ha reso le metropoli europee "città per ricchi".

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La grande autorimessa nel 17esimo arrondissement di Parigi, con una superficie di 2.300 metri quadrati, sembrava destinata a restare una sorta di “cimitero degli elefanti” nel cuore della capitale francese. E invece è diventata un luogo-simbolo del piano messo in campo dall’amministrazione comunale di Parigi per affrontare di petto il problema del caro-alloggi. L’autorimessa, infatti, è stata convertita in una sorta di mini-condominio con 85 alloggi, attorno a un unico cortile interno, ristrutturati dall’amministrazione comunale, (con una spesa di 12,3 milioni di euro), diventati così di sua proprietà, e poi messi sul mercato degli affitti a prezzi calmierati.

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Negli ultimi anni, sono stati tanti i fattori che hanno portato a un brusco calo degli alloggi disponibili per le famiglie residenti in città, a partire dal fenomeno Airbnb che ormai ha assunto proporzioni allarmanti. Così tanti parigini hanno deciso di lasciare la città con tutte le conseguenze negative che questo comporta, dalla chiusura di alcune scuole, al taglio di diversi servizi pubblici. 

Da qui l’idea di convertire in case questi spazi inizialmente destinati ad essere uffici, autorimesse e garage. L’obiettivo? Raggiungere, entro il 2035, una quota totale del 40 per cento di abitazioni pubbliche rispetto al totale. Saranno necessarie, dunque, circa 4mila abitazioni in più all’anno.

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Una città sostenibile non si classifica tale soltanto se ha molti spazi verdi, una buona percentuale di raccolta differenziata e una rete di trasporti pubblici efficiente. Sono cose utili e importanti, ma non bastano. L’Agenda dell’Onu 2030 per lo Sviluppo sostenibile è molto esplicita: (Obiettivo numero 11): «la città sostenibile è inclusiva, conveniente, sicura e duratura». Tre aggettivi che vanno declinati, sapendo che entro il 2050, i due terzi della popolazione mondiale vivrà proprio nelle città. Tre aggettivi che non si riferiscono soltanto ai classici parametri di matrice ambientale, che pure hanno la loro importanza, per considerare una città sostenibile: ma innanzitutto dovrebbero portare ad affrontare di petto il problema più grave e comune a tutte le grandi città del mondo occidentale: il caro-alloggi.

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Le soluzioni ci sono, si tratta solo di applicarle, mettendo innanzitutto un freno alla speculazione immobiliare sotto il segno del green e della (falsa) sostenibilità e seguendo modelli che funzionano, come quello di Vienna e come si racconta in questo libro

Il Mito infranto copertina

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