Ospedale dei giocattoli: l’associazione che ripara gratis i balocchi danneggiati

In Giappone una rete con 420 punti dove generosi volontari aggiustano qualsiasi giocattolo. Facendo felici i bambini ed evitando rifiuti inutili.

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Sosuke, un vivace bambino giapponese di otto anni, aveva un piccolo armadio pieno di giocattoli rovinati, pronti per finire tra i rifiuti. Poi, grazie alla madre, ha scoperto che nel suo quartiere a Tokyo esiste una sede dell’organizzazione nazionale Japan Toy Hospital Association, l’Ospedale dei giocattoli, dove tutti i balocchi vengono riparati gratis e riconsegnati ai proprietari. In pochi giorni, Sosuke ha fatto sistemare tutti i suoi giocattoli fuori uso, alcuni li ha regalati, e altri li ha riportati a casa, e ha ripreso a usarli, felice per le riparazioni ricevute a costo zero.

L’Ospedale dei giocattoli è ormai un’istituzione del volontariato giapponese, e tutto è iniziato nel 1984 quando Tatsuya Matsuo, un pensionato con l’hobby della riparazione dei giocattoli, aprì la prima sede dell’organizzazione, nella ex sede di una scuola elementare nel quartiere di Shinjuku di Tokyo. Da allora l’Ospedale dei giocattoli non ha fatto altro che aprire nuove sedi in tutte le città del Giappone, e oggi può contare su ben 420 punti dove i balocchi (bambole, robot, peluche, trenini, trottole, e tanti altri oggetti per il divertimento) vengono consegnati e riparati in tempi record. 

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Il ritmo dell’attività dell’Ospedale dei giocattoli è impressionante: ogni mese grazie alla Japan Toy Hospital Association vengono riparati 16 mila giocattoli e sono al lavoro, non retribuito, 1.700 volontari che si occupano, con un gesto semplice quanto efficace, di rendere felici migliaia di bambini giapponesi. 

I volontari che lavorano nel network nazionale dell’Ospedale dei giocattoli sono prevalentemente uomini, di età compresa tra i 60 e gli 80 anni, pensionati con una lunga esperienza di attività artigianali o anche di libere professioni (ingegneri e tecnici del settore dell’edilizia). Per riparare i giocattoli, velocemente e con ottimi risultati (il tasso di successo è attorno all’85 per cento) i volontari dell’organizzazione creata da Matsuo utilizzano diversi strumenti: dalle tradizionali pinze e cacciaviti, fino alle stampanti 3D che sono indispensabili quando si tratta di aggiustare un giocattolo del quale non sono più in commercio i pezzi di ricambio.

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Tra i vantaggi del progetto, a parte la felicità dei bambini, ci sono anche i benefici ambientali, e non sono di scarsa importanza. Si tratta di migliaia di tonnellate di oggetti, con materiali potenzialmente inquinanti (dalla plastica al ferro arrugginito) che vengono sottratti alla catena di smaltimento dei rifiuti, e comunque restituiti alla loro funzione, senza sprecarli. Come prevede il comandamento degli stili di vita giapponesi intitolato Mottainai, che significa appunto non sprecare e riconoscere sempre il valore delle cose. 

Fonte immagine di copertina: Giappone Non Amour/Facebook

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