Racket delle case popolari, 50mila alloggi assegnati fuori legge a parenti e amici dei clan

Nelle regioni del Centro Sud si arriva fino al 90 per cento delle case popolari occupate abusivamente. Cento palazzi a Roma. Criminali italiani e clandestini stranieri: l’alleanza che spinge alla xenofobia.

racket delle case popolari

RACKET DELLE CASE POPOLARI

È un vero e proprio racket che inquina il sistema delle case popolari, oltre un milione di alloggi che dovrebbero andare alle famiglie che ne hanno diritto, secondo i requisiti previsti dalla legge. E invece vanno a chi applica un’altra legge, quella del più forte, del più prepotente. La legge dei clan.

In tutta Italia, secondo i dati di Federcasa, a fronte di circa 800mila alloggi assegnati, ce ne sono almeno 50mila occupati con prepotenza e con metodi illegali. Con una forte presenza della criminalità su questa industria che specula sulla cronica mancanza di case per i ceti più poveri del Paese. Mentre nel Nord (dove si trova il 45 per cento delle case popolari) gli abusi non superano l’11 per cento del totale, nel Centro-Sud la quota degli irregolari tocca l’89 per cento. Con punte fino al 90 per cento, come avviene negli edifici pubblici popolari del quartiere Zen. E nessuno li tocca.

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RACKET OCCUPAZIONE CASE POPOLARI

A Roma, capitale anche del racket delle case popolari occupate, ci sono interi quartieri dove un singolare connubio tra pregiudicati italiani e clandestini stranieri ha messo le mani dell’assegnazione degli alloggi. A Tor Bella Monaca, a San Basilio, a Tor Sapienza e Ponte di Nona. Stesso discorso a Napoli, dove le liste delle assegnazioni sono controllate dai boss e dai loro aprenti.

Gli sgomberi non sono semplici. La politica locale protegge, anche in modo esplicito, gli abusivi, rivendicando le loro necessità, e infischiandosene del fatto che vengono affermate con violenza e prepotenza, ai danni di altri poveri. E le forze dell’ordine spesso preferiscono chiudere un occhio, come nel caso di ben 99 palazzi occupati abusivamente a Roma.

Il risultato è doppiamente grave. Da un lato il racket impedisce l’assegnazione di case a chi ne ha diritto, dall’altro versante soffia sul fuoco del rancore e dell’odio, fino alla xenofobia, contro gli immigrati. Secondo le regole spietate di un’assurda e micidiale guerra tra poveri.

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