Competenza e gentilezza, Jacinda Ardern è la dimostrazione che un’altra politica è possibile

A quarant’anni ha appena stravinto le elezioni in Nuova Zelanda grazie a un primo mandato in cui ha messo in mostra una capacità di leadership incisiva ma sempre garbata. In questi anni ha gestito prima un grave attacco terroristico e poi la pandemia di Coronavirus, non rinunciando alla gioia della maternità

JACINTA ARDERN ATTENTATO

Gentile ma incisiva, garbata ma decisa. In un’epoca di radicali divisioni, che spesso sfociano in violenti scontri e infamanti accuse reciproche, Jacinda Ardern è riuscita a tenere la barra dritta nel mare in tempesta senza dimenticare che la politica è l’arte della conciliazione. Non può sorprendere quindi che la Prima ministra della Nuova Zelanda si è appena guadagnata uno storico secondo mandato stravincendo le elezioni. I capisaldi della sua amministrazione sono stati l’empatia e la gentilezza, amalgamati con una sana dose di pragmatismo.

JACINTA ARDERN NUOVA ZELANDA

Diventata premier nel 2017, in questi tre anni è stata a capo di un governo di minoranza composto dai laburisti, di cui è la leader, in coalizione con i Verdi e con il partito populista New Zealand first. Una strana formazione dalla quale, però, Ardern è riuscita a tirare fuori il meglio, arrivando ad avere un gradimento tra la popolazione senza precedenti che si è poi tradotto in un voto plebiscitario. Lo scorso ottobre, infatti, il partito laburista ha ottenuto il 49,1 per cento dei voti e 64 deputati su 120, abbastanza per avere una maggioranza autonoma.

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JACINTA ARDERN PREMIER

Arrivati a questo punto è facile ipotizzare che dietro a questo gradimento ci possano essere un’economia galoppante e una società pacificata: supposizione totalmente fuori strada. Gli ultimi tre anni sono stati probabilmente i più difficili che la Nuova Zelanda abbia mai affrontato. Durante il suo primo mandato la Ardern ha dovuto affrontare prima un terribile attentato terroristico e poi la pandemia di coronavirus, che ha messo in ginocchio l’intero Pianeta. La premier neozelandese ha deciso di affrontare queste due sfide a viso aperto, senza tentennamenti, ma garantendo ai cittadini toni pacati e la massima trasparenza. Un atteggiamento che, evidentemente, è stato molto gradito.

JACINTA ARDERN ATTENTATO

Il primo banco di prova del suo primo mandato è arrivato nel marzo del 2019 quando un suprematista bianco ha attaccato una moschea e un centro islamico a Christchurch, uccidendo 51 persone. Dopo aver duramente condannato l’attentato Ardern ha dato dimostrazione delle sue qualità riuscendo a mettere in campo soluzioni sia sul campo simbolico che su quello pratico. Nei giorni successivi all’attacco, infatti, ha partecipato alle commemorazioni delle vittime con il capo velato in segno di rispetto e di vicinanza nei confronti della comunità mussulmana del Paese. E poi ha intrapreso una lotta parlamentare che ha portato all’approvazione, quasi all’unanimità, di una legge che vieta le armi semiautomatiche e i fucili d’assalto. Un risultato tutt’altro che scontato se si pensa a come sia difficile bandirle negli Stati Uniti.

JACINTA ARDERN CORONAVIRUS

Un anno dopo, nel marzo del 2020, Ardern ha dovuto fronteggiare anche la crisi pandemica. Anche in questo caso i fatti sembrano darle ragione, tanto che la Nuova Zelanda viene additata da più parti come un esempio da seguire. La risposta del Paese al virus è stata precoce e decisa ed è passata attraverso un lockdown molto rigoroso ma ridotto nel tempo e si è appoggiato a un sistema di sorveglianza efficace e test mirati. Grazie a questi interventi all’inizio di maggio il virus ha smesso di circolare per poi rifare comparsa ad agosto ma in forma piuttosto lieve. Ad oggi, con una popolazione di quasi 5 milioni di abitanti, la Nuova Zelanda conta poco meno di duemila contagiati dall’inizio della pandemia e solo 25 morti. Diversi osservatori sostengono che al successo delle misure abbia contribuito anche la presenza sui media della premier che, in lunghe conferenze stampa e dirette sui social, ha spiegato passo passo ogni nuova misura introdotta, chiedendo la collaborazione della popolazione per il bene comune.

JACINTA ARDERN MATERNITÀ

Mentre gestiva queste crisi Ardern ha anche avuto una bambina, Neve, con il conduttore televisivo Clarke Gayford. Dopo la nascita della piccola, la premier ha voluto ringraziare il compagno, che è rimasto a casa a occuparsi della figlia, e ha voluto sottolineare che: “Non voglio sembrare una superdonna, nessuno dovrebbe aspettarsi da una donna che sia una superdonna”.  

JACINTA ARDERN SECONDO MANDATO

Dopo la grande vittoria alle elezioni, la leader laburista è attesa da grandi sfide, prima tra tutte realizzare un programma che, durante il primo mandato, ha fatto fatica a decollare anche a causa degli alleati di governo. In questo secondo mandato non avrà “scuse”: il plebiscito nei suoi confronti, infatti, le consentirà di essere l’unica responsabile delle sue fortune. Nel programma di governo molti degli sforzi sono dedicati alla ripresa economica e dell’occupazione, da finanziare anche con una nuova tassa sui redditi più alti. Ed è proprio grazie al principio della redistribuzione della ricchezza che Ardern spera di debellare una delle piaghe della società neozelandese: la povertà infantile. Basti pensare che nel Paese, un bambino su otto vive in condizioni disagiate, e la proporzione sale nella comunità maori, dove il 28,6 per cento dei minori è povero. La speranza è che anche questa sfida, tra qualche anno, posse rientrare nella lista dei suoi successi.

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