Immobili pubblici: 300 miliardi di euro sprecati

Un’abitazione su dieci risulta non utilizzata. Soltanto a Roma ci sono almeno un milione di metri quadrati di immobili pubblici non utilizzati e completamente sprecati

IMMOBILI PUBBLICI SPRECATI

Palazzi, ville, ex caserme, uffici pubblici svuotati e trasferiti: dentro c’è davvero di tutto. Gli immobili pubblici in Italia sono un grande patrimonio, completamente sprecato. Secondo i calcoli presentati da Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa San Paolo, si tratta di un tesoro di circa 300 miliardi di euro. Soldi bloccati e immobili vuoti, lasciati spesso in totale abbandono. Eppure con questo capitale si potrebbe, per esempio, abbattere il debito pubblico, oppure finanziare qualche intervento significativo nel campo delle politiche dei redditi, per migliorare la qualità della vita delle fasce basse della popolazione.

SPRECO PATRIMONIO IMMOBILIARE IN ITALIA

Quanti sono davvero gli immobili pubblici in stato di abbandono? A quanti metri quadrati corrispondono? E quante cose utili, per i cittadini, si potrebbero fare con queste proprietà del tutto sprecate? Soltanto a Roma, per fare un esempio, l’urbanista e assessore comunale Paolo Berdini, parla di almeno un milione di metri quadrati di immobili pubblici non utilizzati e completamente sprecati. Tra questi interi ospedali, anche in pieno centro storico, e l’intera area della Ex Fiera di Roma chiusa ormai da dieci anni, dal 2006. Intanto, però, spreco dopo spreco, come segnala il giornalista Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, sempre a Roma, capitale degli immobili pubblici sprecati e inutilizzati, una società statale, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, pensa bene di acquistare un palazzo in periferia alla modica cifra di 73 milioni di euro. Sì, avete capito bene: una spesa di circa 100 milioni di euro ( se calcolate anche l’Iva) per un immobile, a fronte di un patrimomnio immobiliare pubblico vuoto e libero di almeno un milione di metri quadrati.

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SPRECHI IMMOBILIARI A ROMA

E sempre a Roma, dove i conti del comune sono a rischio default, l’Anticorruzione ha censurato una “procedura anomala” con la quale il Campidoglio ha stipulato contratti di affitto per 1,5 milioni di euro (più Iva) per uffici da destinare ai gruppi consiliari. Soldi doppiamente sprecati, in quanto da un lato non si capisce la reale necessità di questi spazi per il lavoro dei gruppi consiliari, dall’altro anche in questo caso resta un mistero perchè non si utilizzino gli immobili vuoti di proprietà pubblica.

PIANO CASA CON IL RECUPERO DEGLI IMMOBILI ABBANDONATI

I numeri dicono che un’abitazione su dieci in Italia non è utilizzata. Stesso discorso per 1700 stazioni ferroviarie, e centinaia di case cantoniere. E ancora, tra i beni immobili abbandonati ci sono le ex centrali elettriche, sale per spettacoli (cinema e teatri), ex alberghi, ex ospedali, ex capannoni industriali. Un patrimonio riconducibile in modo diretto o indiretto, attraverso lo Stato, le amministrazioni locali, gli enti pubblici e le società statali, alla mano pubblica.

Con tanta grazia di Dio si potrebbe fare davvero un nuovo Piano casa come quello di Fanfani nel dopoguerra e dare migliaia e migliaia di abitazioni ai giovani italiani che invece lasciano il Paese in cerca di fortuna. E si passerebbe dalla teoria alla pratica di quella riqualificazione urbana che tutti, a parole, dicono di condividere, anche se nei fatti quasi nessuno applica.

EDIFICI NON UTILIZZATI

A fronte di circa mezzo milione di famiglie che sono nelle varie liste d’attesa per avere un alloggio popolare ( e probabilmente non lo vedranno mai), l’Istat ha censito 740 mila edifici non utilizzati. La cosa più singolare, a conferma del fatto che questo tipo di sprechi penalizzano sempre i più deboli, è che la quota maggiore di edifici non utilizzati si concentra nelle regioni meridionali e nelle isole. Proprio dove è più alta la domanda di case da parte di giovani famiglie. Una domanda che non potrebbe mai soddisfare le attuali esigenze delle famiglie italiane. Stando ai calcoli di Federcasa, l’edilizia residenziale pubblica al momento è sufficiente a garantire una casa a 700 mila famiglie, un terzo di quelle che ne hanno bisogno.

DISPONIBILE!, IL PROGETTO DI CITTADINANZATTIVA

Bisogna dare atto a Cittadinanzattiva di essere l’unica voce che su questo argomento sta facendo una battaglia coraggiosa, da tempo, anche attraverso il progetto Disponibile!, con il quale si vuole mettere in rete le buone pratiche già esistenti sul territorio per il riutilizzo di aree, beni e immobili abbandonati. Una sollecitazione importante per chi, a cominciare dal governo, può dare una scossa alla politica edilizia in Italia.

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