L’invaginazione è il ripiegamento all’interno di una o più parti dell’intestino, l’uno dentro l’altro, con conseguente ostacolo al passaggio delle feci fino all’occlusione intestinale, cioè a un vero e proprio blocco dello scorrimento delle feci nell’intestino.
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Cos’è
In pratica viene impedito il passaggio del cibo digerito attraverso l’intestino. L’invaginazione è definita unica, quando coinvolge una sola parte dell’intestino, e invece si chiama multipla se le zone colpite sono diverse. La malattia è molto frequente nei neonati (nel 92 per cento dei casi), con un’incidenza di uno-quattro casi ogni mille nati vivi. Si manifesta più spesso tra il sesto mese i primi tre anni di vita.
Cause
Le cause possono essere diverse: la più frequente riguarda anomalie nei movimenti intestinali (peristalsi), in seguito a un cambio di alimentazione oppure all’infezione causata da un virus. Altre cause possibili, specie negli adulti sono collegate a alterazioni ostruttive, che a loro volta possono dipendere da: un’infiammazione del diverticolo di Meckel, polipi, neoplasie intestinali, ingrossamento di pacchetti linfonodali intestinali, fattori genetici.
Malattie correlate
Nel caso degli adulti, le cause possono essere riconducibili ad alcune malattie. Come per esempio:
- Tumori intestinali, come i linfomi: diventano un punto di ancoraggio che fa sì che una parte dell’intestino si ripieghi su se stessa.
- Adesioni: le cicatrici che si formano dopo interventi chirurgici possono causare adesioni che favoriscono l’invaginazione intestinale.
- Malattie infiammatorie intestinali (IBD): patologie come la colite ulcerosa o la malattia di Crohn possono aumentare il rischio di invaginazione.
Sintomi
Se le cause sono ancora abbastanza da esplorare, i sintomi di questa patologia sono piuttosto chiari:
- Il vomito, inizialmente riflesso e di tipo alimentare, con il trascorrere delle ore tende a diventare di tipo biliare, segno che sta verificandosi un’occlusione intestinale.
- Le feci tendono ad assumere un colorito e una consistenza caratteristica definita a gelatina di ribes, sintomi di una coinvolgimento della parete intestinale.
- Sangue nelle feci: si tratta di un sintomo allarmante, che segnala un danno ai vasi sanguigni intestinali a causa dell’invaginazione.
- Il dolore addominale intenso, inizialmente a tipo colica e intermittente, tende a divenire continuo nel giro di 12 ore e il bambino, inizialmente agitato, diviene tanto meno reattivo agli stimoli quanto più è piccolo.
- Difficoltà a mangiare: nei bambini piccoli, l’invaginazione può manifestarsi con una rifiuto del cibo o una marcata diminuzione dell’appetito.
Diagnosi
I sintomi dell’invaginazione intestinale, per arrivare a una diagnosi completa, vanno confermati attraverso alcuni esami diagnostici:
- Ecografia
- Radiografia dell’addome e Tac
- Clisma opaco con contrasto con finalità, oltre che diagnostiche, anche curative dal momento che la possibile risoluzione dell’invaginazione nel 40-60% dei casi.
Cure e trattamenti
Ci sono due percorsi in termini terapeutici: il clisma opaco e il trattamento chirurgico. Soprattutto nelle prime età della vita, l’invaginazione viene risolta nella maggior parte dei casi dal clisma opaco, che innanzitutto ne riduce le dimensioni e quindi gli effetti Per praticarlo occorre infatti posizionare nel retto un piccolo tubo e iniettare un fluido che serve come mezzo di contrasto per la diagnosi radiografica. La pressione esercitata sul fluido spinge l’intestino invaginato nella sua posizione normale.
Quando il problema viene risolto senza l’intervento chirurgico, il tasso di recidiva è tra il 10 e il 15 per cento. L’intervento chirurgico è invece indicato quando il clisma opaco non riesce a ridurre l’invaginazione: consiste nel liberare il tratto di intestino invaginato mediante manipolazione manuale.
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Foto di Alicia Harper da Pixabay
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