Incentivi per le riparazioni - Non sprecare
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Riparare e non sprecare, in Svezia una pioggia di incentivi e bonus a chi lo fa. E in Italia?

Il governo di Stoccolma ha approvato un provvedimento che ribalta il paradigma del consumo. Se ripari un qualsiasi oggetto, paghi meno Iva e meno tasse in dichiarazione dei redditi. Una rivoluzione per ridurre gli sprechi e aumentare la ricchezza. Di tutti.

INCENTIVI PER LE RIPARAZIONI –

Il riuso, il riutilizzo, il riparare, possono essere non solo un’industria, e quindi un’attività economica a 360 gradi, dalle fabbriche alle botteghe artigianali, con relativa filiera, ma possono diventare i punti di riferimento, le bussole, di precisi interventi di politica economica. Come nel caso della Svezia. Dove appunto gli incentivi alle riparazioni, con gli effetti a cascata che determinano, tra i quali spingere i giovani a fare aziende e attività in questo settore creando così posti di lavoro, sono diventati un pezzo importante dei provvedimenti del governo e del Parlamento per scuotere l’economia. Non sprecare, insomma, come leva di un nuovo modello di sviluppo. Un cambiamento importante, che auguriamoci, prima o poi qualcuno prenda in considerazione anche per l’Italia, dove già oggi un consumatore su due sceglie di acquistare un prodotto usato. Un cambiamento che dovrebbe smontare alla base lo scetticismo, e l’ignoranza, di quelli che ancora considerano questi cambi di paradigma, come appunto il riuso, il riutilizzo e il riparare, sinonimi di pauperismo o perfino di decrescita (infelice, ovviamente).

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AGEVOLAZIONI PER LE RIPARAZIONI –

Che cosa ha deciso il governo svedese, grazie alla spinta innanzitutto del ministro delle Finanze, Per Bolund, e dell’opinione pubblica femminile? Una cosa semplice, chiara, ma fondamentale: riparare conviene. Riduce spese e costi; fa diminuire gli sprechi; libera il consumatore dal ricatto “questo le conviene comprarlo nuovo”; crea ricchezza e lavoro.

Per questi motivi in Svezia, chiunque ripara un elettrodomestico, una bicicletta, un abito, un vestito, un paio di scarpe, può accedere a un doppio vantaggio. Paga un’Iva dimezzata rispetto a quella attuale, ovvero del 12 invece che del 25 per cento. E, secondo vantaggio, può scaricare la riparazione nella sua denuncia dei redditi, trovandosi così a beneficiare di una riduzione di imposte. Inutile dire che il meccanismo è di importanza generale, in quanto in Svezia il lavoro e i pagamenti in nero semplicemente non esistono. E quindi tutto passa, sempre, per una documentazione di natura fiscale.

INCENTIVI PER LE RIPARAZIONI: I VANTAGGI –

Tornando al significato di questa straordinaria scelta politica, tutta ispirata alla filosofia del Non sprecare, oltre alla convenienza economica, scolpita in una riduzione di imposte, per il cittadino-consumatore ci sono altri dividendi da incassare. Primo: le riparazioni, a questo punto, costano meno. «E quindi c’è un comportamento più razionale, e meno sprecone, da parte dei consumatori che non sono costretti sempre e comunque ad acquistare un oggetto nuovo, se quello che posseggono si può riparare». Secondo: si andrà sviluppando in Svezia, sull’onda di questo provvedimento di politica economica, una vera e propria industria delle riparazioni. Un’industria che potrà generare tanti posti di lavoro e tanta ricchezza sul territorio; un‘industria che sarà un volano per una nuova crescita economica, quella che tutti sognano in tempi di stagnazione. Terzo. Consumare meglio, significa anche ridurre l’inquinamento. E dare una spinta ulteriore a un percorso che la Svezia ha già avviato da tempo. Nel paese scandinavo, infatti, negli ultimi 15 anni le emissioni di anidride carbonica, sono crollate del 23 per cento e ormai la metà dell’energia che si consuma nel paese arriva da fonti rinnovabili. Scusate, ma a questo punto non vi sembra che in Svezia sotto il segno del Non sprecare si sta provando a scrivere un nuovo modello di sviluppo? Più sostenibile, più giusto e più vantaggioso. Per tutti.

L’INDUSTRIA DELLE RIAPARAZIONI E DEL RIUSO IN ITALIA:

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