
di Margherita De Bac
Alimentazione Fra i modelli negativi il digiuno prolungato e l’eliminazione di pasta e pane Il decalogo anti diete sbagliate Vademecum dei nutrizionisti: al bando quelle a punti e le monocibo ROMA — Milioni di italiani si mettono a dieta. Quasi tutti almeno una volta nella vita seguono quella sbagliata. Oltre la metà perseverano nell’errore senza ottenere benefici stabili nella riduzione del peso. Non solo, ma rischiano danni perla salute. È il presupposto che ha convinto le sei principali società scientifiche di nutrizione italiane riunite nella federazione Fesin a stilare un decalogo per l’utente. Non a caso si parla di «maltrattamento dietetico dell’obesità». Oggi l’offerta di metodi miracolosi e di scorciatoie verso la magrezza è più che mai vivace. L’obiettivo delle società di nutrizionisti e dietologi è responsabilizzare gli aspiranti magri. Semplici istruzioni per l’uso che ribadiscono la raccomandazione a non sottovalutare l’importanza di aderire a prescrizioni alimentari corrette. «Il sovrappeso e l’obesità hanno raggiunto percentuali elevate, tanto da riguardare oltre il 40%o della popolazione. È noto il rapporto tra queste patologie e le malattie cardiovascolari, l’ipertensione arteriosa, il diabete e altri problemi metabolici. Anche i tumori sono collegati a un’alimentazione troppo ricca o non equilibrata», sottolineano gli esperti in un documento che ha richiesto mesi di lavoro e limature. Primo, per avere successo una dieta deve essere associata a «una modifica stabile dello stile di vita». No al fai da te. Periodi di restrizioni alternati ad eccessi alimentari possono causare aumento di peso.
Si insiste poi sul concetto di equilibrio e viene condannata l’esclusione di interi gruppi di alimenti. Devono restare inascoltati, inoltre, i suggerimenti di amici e conoscenti che decantano il risultato di programmi di dimagrimento. Ogni iniziativa finalizzata a perdita di chili e recupero della linea deve essere personalizzata e adeguata a età, sesso e stato di salute. Secondo la Fesin non hanno basi scientifiche le diete che le pubblicità sui mass media presentano come miracolose: «Possono essere nocive». Tra i modelli negativi sono annoverati il digiuno prolungato, i regimi iperproteici, chetogeni (a base di grassi e proteine), monocibo, la Scar-dale, la dieta a punti e quelle che prevedono pasti sostitutivi tanto più se associate a cocktail di farmaci sotto forma di confezioni galeniche: «Sono pratiche che possono far dimagrire ma rischiano di procurare danni immediati o nel futuro». Fra gli errori giudicati madornali, l’eliminazione totale di carboidrati (pane, pasta, riso) o dei grassi (olio extravergine di oliva). Il parere di medico, farmacista o nutrizionista è necessario prima di prendere integratori. Infine, un altolà a metodiche dimagranti invasive (come palloncino gastrico e nutrizione enterale attraverso l’applicazione del sondino) che vanno praticate solo dopo il parere del medico nutrizionista. «Non esistono magie», è la conclusione. La chiave del successo sono costanza, perseveranza, equilibrio uniti a un corretto stile di vita. Due i consigli base contenuti nel documento. Seguire i principi della dieta mediterranea, fondata su carboidrati, alto consumo di frutta e verdura, almeno cinque porzioni al giorno, e moderazione per grassi e proteine di origine animale. Le linee guida del mangiare alla mediterranea sono consultabili su www.inran.it, il sito dell’Istituto Nazionale di ricerca della nutrizione e degli alimenti. Insomma non c’è bisogno di ricorrere a niente di straordinario per ottenere soddisfazioni sulla bilancia. Bastano un pizzico un po’ di buonsenso e determinazione col sostegno di professionisti esperti e accreditati.