Fornelli ecologici per le cucine africane

Il progetto di un professore del Politecnico di Milano nel Mali. E le forniture di una startup italiana in Mali

fornelli ecologici

FORNELLI ECOLOGICI IN AFRICA

In Africa non tutti possono permettersi di cucinare. Mancano i soldi per acquistare i fornelli e pagare il carbone che tra l’altro produce inquinamento domestico, una delle prime cause di morte nel Continente dopo la malaria e l’Aids.Alcune soluzioni, molto interessanti, sono arrivate dall’Italia, e coinvolgono la nostra fantastica rete del volontariato e le università.

SUB-URB A MAPUTO

Il progetto Sub-Urb è riuscito a fornire di piani cottura ecologici circa l’80 per cento della popolazione della baraccopoli di Maputo, la capitale del Mozambico.Finanziato dalla cooperazione italiana, è realizzato da Fondazione Avsi, specializzata nei piani per gli aiuti umanitari, con partner locali come Khandlelo e Carbon Sink. COltre alle eco stufe per cucinare ci sono anche wc ecologici per garantire l’accesso ai servizi igienici agli abitanti della baraccopoli.

PROGETTO JACOPO BANAN

Un altro progetto di grande interesse è quello portato avanti in Mali da Jacopo Bonan, professore del Politecnico di Milano. Il progetto prevede un cambiamento radicale di tecnologia con un fornello a carbone, prodotto sul luogo, di basso costo e di alto risparmio energetico. Si tratta in pratica di una cucina che può essere acquistata ad appena 6 euro e in grado di ridurre l’uso del carbone, e le relative emissioni di C02, di oltre il 30 per cento. Un ottimo risultato, che dal Mali potrebbe espandersi in tutto il continente africano.

ECO-CUCINE IN AFRICA

Ma dove nascono le difficoltà di diffusione delle nuove eco-cucine in Africa? Su questo sta indagando Bonan, seguendo la pista dell’aspetto economico e quella della scarsa conoscenza e di una mancanza di adeguata informazione. «Abbiamo chiesto alle famiglie che abbiamo sotto monitoraggio di esprimere un parere sull’acquisto, riducendo ulteriormente il costo a 5 euro, e di discuterne tra di loro, proprio per capire quali sono gli interventi necessari per aumentare la diffusione di questi speciali fornelli» racconta Bonan. Al momento, nel progetto risultano coinvolte 700 famiglie e alcuni giovani maliani collaborano alla raccolta dei dati. Forse in Africa si è aperta una nuova opportunità per migliorare l’ambiente e la qualità della vita, non solo in cucina, delle popolazioni locali.

(Nell’immagine di copertina Jacopo BonanFonte: https://sites.google.com/site/jacopobonan1/ e Foto di copertina da avsi.org)

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