Enrico Mereu: da guardia carceraria ad artista

Rimasto l’unico abitante dell’Asinara, dopo la chiusura del carcere, si può finalmente dedicare alla sua passione. E scolpisce opere con tronchi di legno spiaggiato

Da guardia carceraria ad artista. La storia di Enrico Mereu è una straordinaria parabola che dimostra come nella vita c’è sempre tempo per non sprecare le proprie scelte. E ripartire da zero, secondo le proprie passioni.

ENRICO MEREU DA GUARDIA CARCERARIA AD ARTISTA

Enrico non nasce in una famiglia ricca e cresce a Nurri, in provincia di Cagliari, quinto di dieci figli. Ma dimostra subito un talento artistico. Ad appena sei anni realizza maschere in pietra di Mamuthones ed a otto anni scolpisce un’aquila in legno che vende alla sua insegnante per 25 mila lire. Soldi che poi utilizza per  fare mangiare bene i suoi fratelli. Una volta cresciuto, ma ancora giovane, Enrico Mereu viene arruolato nel corpo della Polizia penitenziaria, una scelta fatta dal padre, a sua totale insaputa.

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ENRICO MEREU OPERE

La prima destinazione, come guardia carceraria, è Biella, ma il peggio arriva attorno ai vent’anni, quando Enrico ottiene il trasferimento al carcere dei massima sicurezza dell’Asinara, dove sono rinchiusi, per esempio, i più pericolosi boss mafiosi. Lavora tanto, in un clima di stress e di rabbia, prende la depressione, soffre fino al 1998, quando il carcere dell’Asinara viene chiuso, ed Enrico può tornare alla sua passione autentica, alla vita d’artista. E sceglie la soluzione più forte: resta come unico abitante sull’isola, partecipando a un progetto per il ripopolamento di Cala d’Oliva, e diventa “il Michelangelo dell’Asinara”. Le sue opere sono tutte in legno riciclato e in rocce calcaree, i tronchi arrivano spiaggiati dalla Sardegna, dalla Corsica e dalla Spagna. L’artista ovviamente non tocca un albero.  E i suoi lavori comprendono anche un artistico restyling del vecchio carcere con le pareti grigi e tristi delle celle ricoperte con intarsi di legno di animali reali o mitologici. Un vero capolavoro.

La foto di copertina è tratta dalla pagina Facebook Enrico Mereu (Lo Scultore Dell’Asinara).

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