Nei periodi di decadenza il culto della cucina diventa eccessivo (Francesco De Gregori)

Nel libro Passo d’uomo, il grande cantante e poeta si confessa a tutto campo per la prima volta, incalzato dalla domande del giornalista Antonio Gnoli. E fotografa il tempo in cui stiamo vivendo.

CULTO DELLA CUCINA –

Francesco De Gregori, prima di essere un grande artista, un cantante che ha emozionato generazioni di uomini e donne, è un poeta. Ed è un uomo, guai a chiamarlo “intellettuale”, che riflette molto su ciò che lo circonda, dentro e fuori la sua anima.

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LIBRO PASSO D’UOMO –

Ecco perché il libro “Passo d’uomo” (editori Laterza), scritto con il giornalista Antonio Gnoli, è un vero compendio di pensieri che volano come delle piume, per una sana leggerezza che contengono nonostante la loro profondità. Incalzato dalle domande curiose di Gnoli, bravissimo autore di interviste sul quotidiano La Repubblica, De Gregori ci parla del suo rapporto con la famiglia, con la politica, con l’arte. Con i miti, e i falsi miti, del nostro tempo.

Tra questi ultimi, colpisce una frase che Gnoli legge, come un incipit, entrando nella casa dell’artista. Testuale: «Nei periodi di decadenza il culto della cucina diventa eccessivo». E’ una citazione dello scrittore Aldo Buzzi, che De Gregori ha di fatto adottato per fotografare, quasi per scolpire con una battuta molto vera, «il tempo in cui stiamo vivendo». Una frase che anche noi condividiamo alla lettera, tanto che spesso sul nostro sito smascheriamo il falso e inquinato (dai quattrini) culto della cucina da chef, al quale preferiamo il ritorno agli stili di vita più sobri e più salutari. Anche tra i fornelli.

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