Comuni virtuosi all'insegna della decrescita felice | Non Sprecare
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Comuni virtuosi all’insegna della decrescita felice

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Cinque punti fermi: gestione del territorio, impronta ecologica della macchina comunale, rifiuti, mobilita’ e nuovi stili di vita. Cinque stelle di merito, come quelle che ogni anno l’Associazione dei Comuni Virtuosi assegna a quei comuni che si sono impegnati per cambiare politica ambientale e hanno ottenuto risultati positivi. Una filosofia di vita pubblica e privata, quella dei comuni virtuosi, che parte si’, dal piccolo, ma con grandi ambizioni, prima fra tutte cambiare la mentalita’ delle persone e della classe politica italiana. Che non e’ poco.

Comuni virtuosi e’ nata nel maggio del 2005 su iniziativa di 4 comuni, Colorno (PR), Monsano (AN), Avezzano Ligure (SP) e Melpignano (LE) che si sono ritrovati intorno alla Libera Universita’ di Alcatraz diretta da Jacopo Fo. Da li’, l’idea di provare a mettersi insieme per costruire uno strumento operativo ed e’ nata l’associazione che oggi conta 22 comuni iscritti: una realta’ molto piccola ma i comuni sono diffusi su tutto il territorio nazionale, a dimostrare che le esperienze fatte si possono realizzare ovunque. Il coordinatore dell’associazione e’ Marco Boschini, che ribadisce con forza la necessita’ culturale di un nuovo linguaggio improntato all’ecologia:

“Abbiamo comuni che contano 500 abitanti e altri che ne contano 90.000. L’obiettivo di fondo e’ innanzitutto culturale cioe’ far passare alla classe dirigente italiana l’idea che e’ possibile amministrare i territori riducendo l’impronta ecologica del comune attraverso azioni molto concrete sull’efficienza energetica, sulla riduzione dei rifiuti, sulla mobilita’ sostenibile, sui nuovi stili di vita. Il sito internet, e’ il nostro punto di riferimento dove amministratori, comitati e cittadini possono accedere alla documentazione riguardo ai progetti che stiamo facendo e siamo anche su Facebook”

Tra i numerosi esempi di comuni virtuosi c’e’ chi ha puntato sulla riduzione dei rifiuti come il comune di Cassinetta di Lugagnano (MI) che e’ stato il primo in Italia ad aver approvato un piano di gestione del territorio a crescita zero, il che significa che in quel comune non si puo’ piu’ cementificare, riducendo drasticamente l’impatto ambientale. Il comune di Capannori (LU) e’ il primo in Italia ad aver adottato la strategia “rifiuti zero” (la stessa adottata dal comune di San Francisco) cioe’ hanno approvato una delibera comunale in cui si dice che nel 2020 non produrranno piu’ rifiuti? “se lo puo’ fare san Francisco lo possiamo fare anche noi, bisognerebbe che invece di parlare solo di inceneritori si parlasse anche di queste cose”.

C’e’ poi l’intervento piu’ difficile, quello del risparmio energetico negli edifici pubblici, difficile perche’ bisogna affrontare “la pigrizia della classe dirigente italiana che non crede sia possibile fare queste cose e non ha voglia di mettersi in gioco: queste politiche nel momento iniziale impongono alle amministrazioni un cambiamento di fornitori, nella scrittura delle delibere, ma una volta messa in moto la macchina ci si accorge che conviene. A Padova semplicemente modificando le apparecchiature di illuminazione pubblica ha ridotto di 400.000 euro la spesa del bilancio comunale.

E senza dubbio se, soprattutto in un momento di crisi, contano i fatti e non le parole, l’idea dei comuni virtuosi e’ sicuramente una ricetta “green” di successo. Un successo che Marco Boschini e’ stato invitato a portare ad Energethica, il Salone delle Energie Rinnovabili e Sostenibili che si tiene a Genova fino al 7 marzo. Un’occasione di confronto tra convegni, dibattiti, workshops, concerti, rivolta al pubblico e agli operatori per proporre un ampio progetto di sviluppo sul fronte dell’energia rinnovabile. Comuni Virtuosi sara’ ospitato all’interno di un convegno dedicato alla Decrescita Felice, il movimento che sostiene che il legame tra crescita economica e benessere non sia necessariamente positiva, ma che spesso ad un aumento del Prodotto interno lordo (PIL) si registri una diminuzione della qualita’ della vita. Boschini lo sostiene apertamente:

“Secondo me questo movimento e’ l’unica vera novita’ degli ultimi ed e’ proprio in un momento di crisi come questo che la decrescita felice ha un senso, perche’ per esempio riqualificare da un punto di vista energetico il patrimonio dell’edilizia italiano significa piu’ occupazione, un’occupazione innovativa, virtuosa in cui non si va a edificare nuovi territori, ma si cerca di fare in modo che le nostre case e le nostre industrie taglino le bollette energetiche permettendo un risparmio economico. Quindi prima di parlare di nucleare, di ampliare l’offerta energetica nazionale, bisognerebbe intervenire sulla domanda evitando quegli sprechi fino al 70% dell’energia che produciamo malissimo e consumiamo malissimo. I comuni virtuosi, sia che siano o no iscritti all’Associazione, hanno messo in atto un cambiamento nel modo di fare politica che si contamina con le comunita’ locali, attivando dei progetti che vanno a coinvolgere i cittadini nel favorire dei piccoli cambiamenti quotidiani nei propri consumi”.

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