Expo Milano: ma si possono pagare 32 euro per fare 5 ore di fila?

Code interminabili per visitare i padiglioni, e così il visitatore rischia di finire in un luna park per spendere soldi in cibo mediocre. Straordinario il padiglione della Svizzera che spiega con molta efficacia la sostenibilità. Deludente invece lo spazio Italia.

CODE EXPO MILANO –

Sono tornato a Expo Milano con l’idea di approfondire alcuni padiglioni. Impossibile. Le code anche in un qualsiasi giorno feriale, sono interminabili, fino a 5 ore, ed è praticamente impossibile riuscire a girare per più di un padiglione in un arco di tempo decente. In questo modo Expo Milano 2015, per i visitatori che pagano un biglietto di ingresso di 32 euro, si riduce a una sorta di Luna Park, dove alla fine sei costretto a girare tra gli stand che vendono cibo di mediocre qualità ad altissimi prezzi, con Eataly nel ruolo di monopolista.

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FILE EXPO MILANO –

Visto che ci avviciniamo alla chiusura di Expo, ormai mancano 50 giorni, gli organizzatori farebbero bene a prendere qualche contromisura. Un conto è autocelebrarsi per il successo, innegabile, della manifestazione, proprio grazie all’altissimo numero di visitatori, altra cosa è lasciare il pubblico a bocca asciutta. Bisogna fare in modo che gli ingressi nei padiglioni siano più scorrevoli, altrimenti è giusto abbassare il costo del biglietto d’ingresso.

PADIGLIONE SVIZZERA –

Quanto ai singoli padiglioni, quello che più mi ha colpito per efficacia ed essenzialità è la Svizzera. Qui l’ospite ha una percezione netta, immediata e molto forte, di che cosa significhi la sostenibilità. Si attraversano alcune torri molto alte e molto belle sul piano architettonico, e si possono prendere quattro prodotti, caffè, mele, acqua e sale, contenute in scaffali alti cinque piani. Il concetto è questo: quando consumi un prodotto, anche il più naturale come l’acqua, devi sempre tenere conto come il tuo consumo possa incidere su chi viene dopo. Ecco la sostenibilità, spiegata senza pedagogia ma nel modo più semplice possibile, Infatti, nel padiglione della Svizzera l’acqua, probabilmente per il gran caldo, e le mele, sono già terminate. Un simbolo di che cosa può significare un’umanità in riserva in materia di risorse naturali.

PADIGLIONE ITALIA –

Molto deludente invece il Padiglione Italia con un inspiegabile accrocco di bravi industriali nel settore alimentare e nell’agricoltura, un retorico elogio della Bellezza, naturale e culturale, del Paese e un riferimento alla creatività giovanile. Troppa roba mischiata, con la sola preoccupazione di non scontentare nessuno, con un effetto che rimanda a qualcosa tra la rivista patinata di Alitalia o di Ferrovie dello Stato e un periodico di fascia alta come Class. Nessun messaggio significativo, nessuna idea forte e convincente. Per non parlare degli stand regionali, che promuovono singoli prodotti di territorio: qui siamo alla fiera di paese.

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