La certificazione energetica è legge dello Stato da circa un anno, ma soltanto la metà degli edifici degli italiani (esattamente il 53 per cento) risultano in regola con la documentazione. E la percentuale scende al 37 per cento se si prendono in considerazione gli appartamenti in affitto.
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La certificazione ha due obiettivi: incentivare l’introduzione di impianti a basso consumo e ridurre così gli sprechi energetici e fare chiarezza sul mercato immobiliare. Infatti, in base alla certificazione l’immobile viene collocato in una specifica classe di merito (dalla A alla G) e appartenendo alla prima il valore della casa può aumentare fino a un terzo del suo prezzo base.
Infine, non bisogna mai dimenticare che il 35 per cento dell’inquinamento in Italia è dovuto proprio all’obsolescenza energetica degli impianti di riscaldamento e di raffreddamento nel settore dell’edilizia privata.
Abbiamo case sprecone ed energivore, e metterle in regola conviene a tutti.