Erika, sedicenne cagliaritana, da vittima dei bulli a scrittrice

Presa di mira dalla prima elementare alle superiori, costretta ad abbandonare la scuola, offesa e isolata nell'indifferenza di maestri e professori, Erika Orrù trova la sua rivincita nella scrittura. E adesso sorride, dalla quarta di copertina del suo primo libro

bullismo a scuola

Messa nell’angolo, dall’inizio. Dal primo giorno di scuola, dalla prima elementare Erika Orrù, una ragazza sedicenne di Quartu Sant’Elena, nella cintura metropolitana di Cagliari, ha dovuto fare i conti sulla propria pelle con il bullismo. Fino ad arrendersi, decidendo di non andare più a scuola. 

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BULLISMO A SCUOLA

Presa di mira sin dal primo giorno delle elementari, con frasi che, pronunciate da bambini e bambine, mettono i brividi. “Ammazzati”, “Sei un mostro”, in un vortice di cattiveria, sofferenza e dolore a cui, a soli 6 anni, non sai dare una spiegazione.
Brava a scuola, gentile, le domande alla mamma sul perché di quell’inferno vissuto  nell’indifferenza di maestri, prima, e insegnanti, poi.

Le tirano i capelli, la isolano, non giocano con lei: Erika sembra essere diventata, nella testa di tanti piccoli mostri, un bersaglio che cammina. Le cose peggiorano alle medie, per poi diventare insostenibili durante l’adolescenza, nel primo anno delle scuole superiori.

Una ragazza senza grilli per la testa, chiusa, riflessiva, un po’ timida, che ama seguire le lezioni e studiare, forse è per quello che hanno deciso di prenderla di mira, Cosa che la porta, aggiungendo rabbia e frustrazione al dolore, ad abbandonare la scuola. 

Una sconfitta, per Erika, che si chiude in casa, mangia poco, quando non mangia, soffre di attacchi di panico, non parla con nessuno. Il suo mondo è tutto nel suo silenzio, con un’unica amica a farle da paracadute. E tanti libri, la lettura, Internet. In rete, infatti, Erika si imbatte in una community di lettori e scrittori amatoriali: lì, inizia a riversare la sua rabbia, il suo dolore, la sua disperazione in brevi storie che hanno come personaggi due ragazze, Giada e Marika, che subiscono lo stesso inferno che Erika ha appena attraversato. Bullizzate, schernite, prese in giro. Ma l’epilogo, per una di loro è tragico: Marika non ce la fa, alla fine si suicida. Giada, invece, si salva, trasformando la paura in coraggio.

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COME COMBATTERE IL BULLISMO

Quasi un’autobiografia, insomma, dove la penna, la scrittura e la fantasia diventano un’ancora di salvezza. Le brevi storie prendono corpo, e dalla community arrivano apprezzamenti e complimenti, nonché un’idea, impensabile per Erika, che nemmeno riesce ad andare a mangiare una pizza: pubblicare un romanzo.
Così, nella sua cameretta, pensa a un titolo che potesse descrivere una storia simile alla sua, ma senza mai parlare esplicitamente di bullismo. Cerca una storia che possa esprimere tutto ciò che ha dentro, in ogni sfumatura e inizia a buttare giù il romanzo. Ci mette un anno, per poi spedirlo a varie casa editrici, sostenuta dai suoi amici e amiche virtuali della community. Nasce così “ E vissero tutti dannatamente infelici“, storia di una discesa nel dolore e di una rinascita. Protagonista, Aurora, una ragazza che ama non ricambiata, dal cuore in pezzi. E quando Erika, un pomeriggio, riceve la telefonata di una casa editrice intenzionata a pubblicare il suo libro, si compie. Proprio come in una trama di un romanzo con un bel lieto fine.

Oggi, il libro è nei cataloghi, e Erika, ormai diciottenne, ha trovato nuovi amici, parla di più, sorride dalla quarta di copertina del suo libro. Alle stampe è andato il suo secondo libro, una storia d’amore un po’ turbolenta, e sta già pensando al terzo e al quarto libro. Con le idee ben chiare, una carriera avviata, e la voglia di recuperare il tempo perso.

(Immagine in evidenza tratta da Rivista Donna // Photocredits Rivista Donna)

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