Milano, città a zero sprechi. Un bollino alle imprese virtuose

Il capoluogo lombardo punta a diventare una metropoli modello nella lotta allo spreco di cibo. E il Politecnico è ormai il primo osservatorio scientifico in Italia sul fenomeno dello spreco di cibo.

BOLLINO ZERO SPRECHI MILANO –

L’accordo stipulato nei giorni scorsi a Milano potrebbe diventare un format per tutte le grandi città italiane. L’obiettivo è di trasformare il capoluogo lombardo in una metropoli “a spreco zero”, ovvero senza lo sperpero del cibo perfettamente commestibile, che finisce nel secchio dell’immondizia. In Italia, ricordiamolo, fanno questa fine 5,5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di 12 miliardi l’anno.

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COSA PREVEDE L’ACCORDO –

Che cosa prevede e chi ha firmato l’accordo? In prima fila ci sono il comune di Milano e il Politecnico della città lombarda, che ormai  ha conquistato il primato scientifico come polo per l’analisi dello spreco alimentare in Italia. Con loro, poi, compaiono le associazioni degli industriali di Milano, Monza e Brianza.

LE IMPRESE VIRTUOSE –

Tutti si impegnano a ridurre al minimo, a valori fisiologici, lo spreco del cibo. E le imprese virtuose, a partire da quelle che operano nella filiera della distribuzione, saranno premiate con un bollino “zero sprechi”, in modo da essere riconosciute dai consumatori. I quali potranno così regolarsi di conseguenza.  Dice Andrea Perego, del Politecnico di Milano: «Il 90 per cento delle eccedenze della filiera alimentare viene sprecato. Con buone pratiche contiamo di arrivare al recupero di una quota tra il 30 e il 50 per cento di questo cibo e di diventare una città di riferimento nella lotta agli sprechi a livello mondiale».

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