Come funziona Seabin, il bidone mangiaplastica installato nei porti italiani

Il Seabin è un cestino mangiaplastica galleggiante, studiato e realizzato in particolare per i porti, dove è  legato a un pontile oppure a una banchina, con la parte superiore a filo d’acqua, e la restante immersa. Una pompa immersa aspira continuamente l’acqua marina ed  è in grado di filtrare fino a circa 25.000 litri d’acqua all’ora. La sua pompa è capace di filtrare 25.000 litri di acqua all’ora, attirando i rifiuti che fluttuano in acqua, nel punto di accumulo, e risucchiandoli dentro il cestino.

Il cestino, nato dall’intuizione di due surfisti australiani,  Pete Ceglinski e Andrew Turton, funziona catturando tutto ciò che incontra: risucchia la plastica grazie ad un’aspirazione continua dell’acqua di mare, raccogliendo e trattenendo tutti i rifiuti e microrifiuti galleggianti (comprese le micidiali microplastiche),  sacchetti, mozziconi di sigarette, fino alle fibre invisibili a occhio nudo.  Il design iniziale e lo sviluppo del progetto (prototipi, test, messa a punto) sono avvenuti a Palma di Maiorca, in Spagna, che ha ospitato un laboratorio-officina dedicato esclusivamente al  progetto Seabin.

Il dispositivo Seabin è in grado di catturare fino a circa 1,5 kg di rifiuti al giorno, pari a oltre 500 kg di detriti all’anno, comprese microplastiche da 2 a 5 mm di diametro e frammenti di microfibre a partire da 0,3 mm.

Sul fondo del dispositivo è anche posizionato un cuscinetto assorbente che pulisce l’acqua dal possibile film di idrocarburi.

Il bidone mangiaplastica, prodotto dall’azienda australiana  Seabin Pty Ltd, attualmente è prodotto in stabilimenti che si trovano in Francia e in Australia.

Questi sono alcuni dei porti in Italia, in diverse regioni, da nord a Sud, dove il bidone galleggiante Seabin è installato.