Coronavirus, così abbiamo scoperto che possiamo produrre meno rifiuti

Ristoranti bar e negozi chiusi. Meno imballaggi e meno gente in circolazione. Ma le città sono più pulite anche perché ci stiamo decisi a ridurre l'immondizia

bellezza delle città vuote

Purtroppo possiamo godercele soltanto a distanza. Magari affacciati alla finestra, mentre prendiamo una boccata d’aria nelle lunghe ore della quarantena, oppure quando abbiamo qualche minuto di libertà per andare a fare la spesa al supermercato. A distanza di sicurezza, con in testa altri pensieri, altre preoccupazioni, tanto da non renderci conto fino in fondo dello spettacolo.

BELLEZZA DELLE CITTÀ VUOTE

 Eppure mai come adesso le nostre città sono bellissime. Hanno luci, colori, profondità. Un ordine che sembra disegnato dalla mano di un pittore. E in questa immagine alla quale non eravamo più abituati conta un aspetto determinante della nuova estetica: la pulizia.

(Nell’immagine: Roma. Photo credit: Sirio Carnevalino/Shutterstock.com)

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BELLEZZA DELLE CITTÀ VUOTE E PULITE

Sì, abbiamo città più pulite. Anche i casi estremi, pensiamo a Roma, sono rientrati nella norma. E a fronte di un’aria più pulita, anche il minore inquinamento è un effetto derivato del coronavirus, ci sono anche quei marciapiedi, quelle strade, quei parchi (chiusi) non più insozzati dal ciclone di quella spazzatura che sembrava destinata a sommergerci come nella città immaginaria descritta da Italo Calvino.

RIDUZIONE DEI RIFIUTI DURANTE L’EMERGENZA CORONAVIRUS

Che dire? Aspettiamo le solite statistiche e le analisi sul campo per capire meglio il fenomeno e anche la sua durata al di là della crisi e dell’emergenza da coronavirus. Vedremo ciò che resterà di questo quadro da metropoli sostenibili, ma intanto una cosa possiamo dirla: abbiamo imparato a ridurre la produzione di rifiuti. E abbiamo scoperto quanto sia semplice eliminare, o comunque contenere, dalla nostra vita, dalle nostre abitudini quotidiane, questo assurdo spreco. 

Certo: ristoranti, bar, negozi, sono chiusi. Girano meno imballaggi. Le strade sono deserte, meno del 10 per cento della popolazione è in circolazione secondo quanto è previsto da una raffica di decreti in continuo aggiornamento. Ma nessuno può negare che all’interno delle nostre case, di ciascuna casa, di ogni condominio e ogni palazzo e poi quartiere, abbiamo drasticamente ridotto la spazzatura da eliminare. Guardatelo con i vostri occhi, e misuratelo allungando lo sguardo sui bidoni più vicini alla vostra abitazione, confrontatevi con il vicino di casa, e arriverete alla stessa conclusione. L’immondizia che produciamo è diminuita, e questo conta, e tanto, ai fini della spettacolare e imprevista immagine delle nostre città così immacolate. 

(Nell’immagine: Milano. Photo credit: Paolo Bona/Shutterstock.com)

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CORONAVIRUS E GESTIONE DEI RIFIUTI

Sporchiamo meno con i rifiuti, e facciamo meglio la raccolta differenziata. Anche qui: le statistiche, ne siamo sicuri, confermeranno questa tendenza, ma già adesso abbiamo la netta percezione che la raccolta differenziata sia in deciso aumento specie in quelle zone delle regioni italiane dove era davvero molto bassa. Pensate: in pochi giorni, e questo lo dicono i responsabili delle società incaricate della raccolta e dello smaltimento della spazzatura, abbiamo perfino imparato che mascherine, guanti e fazzoletti usati per soffiarsi il naso vanno nella raccolta indifferenziata. Poi i sacchetti vanno chiusi bene con i lacci e con il nastro adesivo. E chi ha avuto la sventura di ritrovarsi in casa con una persona risultata positiva o comunque in isolamento, ha immediatamente rispettato la regola fissata dall’Istituto superiore della Sanità: raccogliere tutti i rifiuti familiari in un unico contenitore da smaltire come indifferenziata o secco residuo. Tutto ciò che è entrato in contatto con il virus, infatti, è bene che finisca nell’inceneritore, e non altrove. 

(Nell’immagine: Firenze. Photo credit: Kotroz/Shutterstock.com)

RIDURRE I RIFIUTI COME NUOVO STILE DI VITA

Ci saranno altre occasioni, speriamo non così tragiche, per renderci ancora più consapevoli di quanto sia facile ridurre i rifiuti e fare bene la differenziata. Ma l’emergenza provoca adattamento e responsabilità, e dunque questo effetto di strade, quartieri e città, più puliti è il risultato finale di una catena di comportamenti che si sono andati diffondendo a macchia d’olio. Diventeranno un nuovo stile di vita? Può darsi. Auguriamocelo. Potremmo vedere Roma, solo per restare all’esempio fatto all’inizio, trasformata in un’altra città. E non più un inferno metropolitano dove ogni giorno cittadini e turisti producono 4.600 tonnellate di rifiuti, dei quali appena 2mila vengono riciclati.

L’Italia ha un record del quale non possiamo certo vantarci: ogni quattro persone producono due tonnellate di rifiuti (fonte Eurostat). Siamo terzi in questa classifica, con l’aggravante che questi rifiuti non vengono riciclati come nel caso della Danimarca (prima in classifica) ma finiscono dappertutto. Anche in quelle strade che oggi ci sembrano quadri d’autore. 

(Nell’immagine: Torino. Photo credit: s74/Shutterstock.com)

Photo credit immagine di copertina: Em Campos/Shutterstock.com

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