Che cosa succede se ascoltiamo le informazioni troppo velocemente

Il cervello si affatica e va in sovraccarico. E così i ricordi sfumano, e durano decisamente meno

Che cosa succede se ascoltiamo le informazioni troppo velocemente

La velocità non sempre è un vantaggio. Specie quando si ascolta e bisognerebbe dare il tempo al cervello di mettere in magazzino, memorizzare, per poi recuperare al momento opportuno, le informazioni ricevute. La tendenza a fare tutto di fretta, a partire proprio dall’ascolto, prigionieri come siamo del presentismo e anche la sempre minore attenzione che riusciamo a garantire quando qualcuno comunica, anche semplicemente attraverso la conversazione, rischiano di farci sprecare un patrimonio prezioso: la memoria delle informazioni che riceviamo.

Per esempio, in questa frenesia dell’ascolto rapido, ci sono tantissimi ragazzi, ma anche persone meno giovani, che hanno preso l’abitudine di ascoltare i messaggi e i podcast, e di leggere gli audiolibri a una velocità aumentate. Lo fanno sia perché sentono la necessità di fare prima sia per il fatto che, e questo potrebbe essere vero, aumentando la velocità delle informazioni in arrivo, ci sono più possibilità di restare concentrati. Ma allo stesso tempo si creano le condizioni per alcuni danni.

Un sondaggio realizzato  in California ha dimostrato che l’89 per cento degli studenti americani che fanno lezioni online, aumentano la velocità delle informazioni ricevute, e probabilmente una percentuale analoga si registra anche tra i giovani studenti italiani. Che cosa rischia chi ascolta le informazioni ricevute troppo velocemente? Come si regola il cervello in questo caso?

Quando ascoltiamo un’informazione, magari semplicemente attraverso un messaggio vocale, il cervello ha bisogno di fare bene, e con il tempo necessario, tre tappe: la codifica, la memorizzazione e infine il recupero. Durante questo percorso, il cervello elabora, riflette e collega le nuove informazioni con quelle che già possiede, per poi memorizzare il tutto.

Ma la nostra capacità di memoria non è infinita, e se le informazioni arrivano troppo rapidamente, allora il cervello potrebbe affaticarsi per il sovraccarico di attività, fino ad andare in tilt. Peggiorando così la nostra capacità di memorizzare, e più precisamente la durata e la qualità dei ricordi che vanno a sfumare per poi scomparire. Con uno spreco significativo per il nostro bagaglio di conoscenze. Così come, se ascoltiamo troppo in fretta una persona durante la conversazione, rischiamo di ignorare il tono, prima del significato, e anche le emozioni che ci sono dietro le parole: si chiama disattenzione emotiva, un errore che ci allontana dagli altri e blocca sul nascere la chimica dell’empatia.

Uno studio pubblicato su Educational Psychology Review dimostra che riusciamo a sentire qualsiasi informazione  fino al 150 per cento della velocità normale, possiamo comprendere fino a 350-400 parole al minuto, ma abbiamo poi un cortocircuito cognitivo che impedisce di ricordare bene, fissando nella mente i concetti essenziali, ciò che abbiamo ascoltato.

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Foto copertina di Andrea Piacquadio via Pexels

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