Il nome Medellín evoca i famigerati cartelli della droga in Colombia, dove il confine tra malavita e povertà (un bacino enorme di popolazione che può essere reclutata dai clan della droga) è sempre molto sottile. E invece in questa martoriata città, e in particolare in uno dei quartieri più poveri, La Cruz, un gruppo di donne, guidate da Wendy Vera, sono riuscite a fare un miracolo: aprire una biblioteca pubblica. Un punto di riferimento non solo per la lettura, ma anche per la comunità locale e per la sua vita sociale sul territorio.
WENDY VERA
Wendy è una ragazza colombiana che non ha ancora compiuto trent’anni (è nata nel 1995), e da bambini ha avuto il chiodo fisso della lettura. A differenza di tanti suoi coetanei, ha imparato a leggere prestissimo e passava intere giornate nella biblioteca di El Raizal. Dive divorava testi, e soltanto il rumore della campanella che indicava l’orario di chiusura, riusciva a distrarla per tornare a casa. Una volta un gruppo di amici le fecero uno scherzo: suonarono in anticipo il campanello, e lei non voleva uscire. Allora arrivò un poliziotto che la minacciò di arrestarla, lei iniziò a piangere e smise soltanto quando le dissero che si trattava di uno scherzo.
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LA BIBLIOTECA DI MEDELLIN
Come ha fatto Wendy a creare una biblioteca in uno dei quartieri più poveri della sua città? Innanzitutto dopo la scuola, una delle più esigenti e rigorose di Medellìn, è riuscita a iscriversi all’università Eafit, grazie a una borsa di studio, e ha frequentato la facoltà di psicologia. Intanto un libro, La bibliotecaria rapita, le aveva aperto la mente sul suo destino, fino a quando un’amica dell’università le ha detto che cercavano volontari per lavorare nel quartiere di La Cruz. Wendy si è fiondata nella nuova avventura, e con Yesica Mazo, anche lei abituale frequentatrice della biblioteca El Raizal, hanno deciso di creare un biblioteca a La Cruz. Hanno girato bussando a tutte le porte del quartiere per farsi regalare libri, sono riuscite a ottenere alcune donazioni da fondazioni della città e sono partite, come luogo fisico, dal salotto messo a disposizione da un residente del quartiere. Poi sono finalmente riuscite ad affittare una casa, pagando i costi con il loro lavoro, ed a trasferire i volumi raccolti, che oggi sono migliaia. L’appartamento si compone di tre vani, e ognuno è dedicato a specifici lettori. La sala di letteratura per i più piccoli si chiama Letras al carbòn, lettere di carbone, come un libro di Irene Vasco, scrittrice e responsabile di una biblioteca comunitaria. Laa sala per i ragazzi si chiama Cuore d’inchiostro e prende il nome dal celebre romanzo di Cornelia Funke. E la stanza per le donne è intitolata Noi che ci vogliamo così bene, come il romanzo della scrittrice cilena Marcela Serrano.
ATTIVITÀ BIBLIOTECA DI MEDEDELLIN
Il calendario delle attività della biblioteca di Medellìin è intensissimo. Non ci sono soltanto le sale di lettura, ma anche i progetti per portare libri a domicilio. Nella biblioteca si fanno corsi di formazione contro la violenza sulle donne, per accompagnarle alla ricerca di un posto di lavoro, e altri corsi specifici, nel fine settimana, sono dedicati a bambini e adolescenti. In biblioteca si organizzano anche laboratori di quartiere per apprendere lavori e attività artigianali: tutte alternative alle seduzioni dei boss della droga.
Le foto sono tratte dal sito The Bogotà Post.