Perché siciliani e calabresi devono pagare 800 euro per tornare a casa a Natale?

La solita speculazione dei biglietti aerei e ferroviari colpisce in particolare, ogni anno, i cittadini delle regioni meridionali. Persino gli autobus da Nord a Sud sono proibitivi.

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La stangata è puntuale come un orologio svizzero: un qualsiasi cittadino che parte da una qualsiasi regione del Centro-Nord per raggiungere i suoi cari in Calabria o in Sicilia durante le vacanze di Natale, in particolare tra il 19 dicembre e l’Epifania, per viaggiare in aereo non se la cava con meno di 300-350 euro a volo. Ma se solo aggiunge un trolley, o una valigia in stiva, e magari ha la folle idea di chiedere un posto assegnato, il prezzo schizza verso i 700-800 euro. Andare in America e persino in Giappone costa meno, e questo riguarda qualsiasi compagnia, da Ita a quella che ormai non è più di fatto una low cost, ovvero Ryanair. Secondo le denunce del Codacons, i prezzi degli aerei nel periodo natalizio volano del 900 per cento, rispetto al mese di gennaio dello stesso anno: pura e selvaggia speculazione. 
 
 
 
 
 
 
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Stesso discorso per i treni, da Torino, Milano, Genova, ma anche Roma, le tariffe per raggiungere Palermo, Catania e Reggio Calabria, solo per fare degli esempi, diventano proibitive: non meno di 200 euro, per un solo viaggio in seconda classe. E anche qui nessuna distinzione tra le compagnie: a stangare calabresi e siciliani ci pensano sia Trenitalia sia Italo. 
 
 La regione Sicilia si è inventata  un treno speciale, il “Sicilia Express”, a prezzo calmierato:in partenza il 20 dicembre e di ritorno il 5 gennaio,  ma i posti sono molto limitati, e non è possibile aumentare i treni con lo sconto considerando l’intasamento delle linee ferroviarie. Quindi siamo nello spreco della pura propaganda.
 
Persino il trasferimento in autobus, nel periodo natalizio, si trasforma in una speculazione a danno dei viaggiatori. Il viaggio in autobus dal Nord alla Calabria è, in teoria, il meno costoso, ma comunque costa tra i 94 e i 155 euro e dura 16 ore!
 
L’Antitrust, anche in questo caso il rito si ripete ogni anno, ha promesso di indagare su questi aumenti sconsiderati, ma ammesso che deciderà qualche multa, sarà troppo tardi, perché ormai i calabresi e i siciliani avranno già pagato i loro biglietti per tornare a casa. E sul tavolo resterà sempre la stessa domanda: possibile che nessuno pensi a qualche intervento per calmierare in tempo utile i prezzi degli aerei, dei treni e degli autobus durante le ferie di Natale?

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