Oriana, si tratta di un nome di fantasia per proteggere la giovane donna di Milazzo, in provincia di Messina, ha 23 anni, è invalida all’80 per cento da quando aveva 12 anni, e ha subìto nel corso degli anni tre perforazioni intestinali.
La sua patologia è la sindrome di Behcet e Oriana è titolare della legge 104, comma 3 (in base alla quale le spetta l’assistenza continua durante la sua vita quotidiana).
Questo calvario e questa teorica protezione sancita dalla legge, lungo tutta la sua vita, non sono considerati sufficienti, per una somma di ottusa burocrazia e di inefficienza del sistema sanitario in Sicilia, per garantire un percorso preferenziale a Oriana in occasione di accertamenti fondamentali nelle sue condizioni, come le risonanze magnetiche.
La giovane donna, quando ha presentato la richiesta al Policlinico di Messina per fare nel più breve tempo possibile questi accertamenti, ha avuto una risposta negativa dal SovraCUP, il Centro di prenotazione unica che consente ai cittadini di prenotare visite o esami specialistici non solo nella propria ASL di riferimento, ma anche presso altre strutture sanitarie della regione (o convenzionate), accedendo così a una rete più ampia di disponibilità.
Il risultato è stato che Oriana si è rivolta al Policlinico di Messina e ha ricevuto due appuntamenti per le risonanze magnetiche, però tra giugno e ottobre del 2026. Si tratta, in pratica, di aspettare circa un anno e mezzo. Oppure di pagare per accertamenti fatti in strutture private, cosa che i genitori di Oriana hanno già fatto in un recente passato sborsando 1.300 euro per alcune visite svolte privatamente, visto che i tempi previsti dal Servizio sanitario nazionale erano troppo lunghi e avrebbero ulteriormente compromesso le condizioni della giovane donna.
A questo punto i genitori di Oriana, che hanno anche detto di essere stati seguiti molto bene dalle strutture pubbliche nel corso del calvario di Oriana, hanno presentato una denuncia ai Carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, e la Procura della Repubblica, giustamente, ha aperto un’inchiesta.
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