Carceri affollate e strage di suicidi

Nel 2024 i suicidi saranno più di un centinaio. Negli istituti di pena ci sono quasi 15mila reclusi di troppo

sovraffollamento delle carceri in Italia

Suicidi in carcere

La strage dei suicidi in carcere, tutte vite sprecate, non si ferma e probabilmente entro la fine del 2024 avremo un centinaio di detenuti che si sono tolti la vita. Tra le cause, sicuramente, la più comune riguarda le condizioni disumane nelle quali uomini e donne scontano le loro pene. Secondo i dati della preziosa associazione Nessuno tocchi Caino, a fronte di 41mila posti disponibili, i detenuti sono 61.134. Quasi 15mila in più del previsto. E in alcune carceri, specie nelle regioni meridionali, il tasso di affollamento, è del 200 per cento superiore al livello consentito.

Chi sono i detenuti nelle carceri italiane

Un altro dato che fa molto riflettere sulle vite sprecate nelle carceri italiane riguarda l’identikit dei detenuti. Circa 10mila sono in attesa delle conclusioni di un processo di primo grado, un terzo dei carcerati non hanno avuto ancora una sentenza definitiva. Cosa significano questi dati? I detenuti scontano le inefficienze della macchina della giustizia, i tempi biblici dei processi e pagano, anche con la vita, lo scotto di un Paese dove la giustizia è quasi sempre ingiusta con i più deboli.

Detenuti per abitanti

Carceri imbottite di detenuti in un Paese dove la giustizia non esiste, non è garantita la certezza della pena e il giusto processo in tempi ragionevoli è una pura utopia. E nonostante questo abbiamo un tasso di detenzione di trenta punti superiore a quello della Germania, dove se commetti un reato è difficile cavartela. I dati sono dell’United Nations Office of Drugs and Crime: in Italia si contano 100,5 detenuti ogni 100mila abitanti; in Germania si arriva a quota 77 detenuti ogni 100mila abitanti.

L’abisso che separa la giustizia (inesistente) dai detenuti (persone in carne ed ossa abbandonate come bestie) è confermato dal fatto che un terzo dei detenuti in Italia è dietro le sbarre in attesa di un processo. Considerando i tempi medi dei processi, e come ragionano alcuni magistrati, la carcerazione preventiva è un modo per fare scontare la pena a qualcuno che, tra una prescrizione e l’altra, non avrà mai una sentenza definitiva da detenzione. Salvo poi scoprire, come avviene spesso, che l’imputato, una volta conclusi i diversi gradi di giudizio, era innocente. E dunque ha contribuito, ingiustamente, al sovraffollamento delle carceri. Un meccanismo infernale che butta a mare lo Stato di diritto e non fa altro che aumentare la cattiva reputazione del nostro paese in materia di rispetto dei diritti umani.

Il caso Lombardia

La regione italiana con il più alto tasso di affollamento nelle carceri è la Lombardia. Solo in questa regione ci sono 2.163 detenuti in più rispetto a quanti possono essere accolti nei penitenziari lombardi. In tutti i 18 carceri della regione c’è un problema di sovraffollamento. E anche epr questo quasi la metà dei detenuti nelle carceri lombardi sono tossicodipendenti.

Carceri italiane sovraffollate

Nel mondo ci sono quasi 11 milioni di detenuti, e la cifra va considerata arrotondata per difetto vista la scarsissima trasparenza con la quale alcuni grandi paesi, come la Cina, forniscono dati sulla popolazione carceraria. Dal Duemila la popolazione carceraria è aumentata del 24 per cento, e anche l’Italia si trova all’interno di questa tendenza. Con un elemento in più: l’enorme spesa che registriamo per la gestione del sistema carcerario. Circa 2,4 miliardi all’anno, il triplo di quanto spendono gli spagnoli. Tutto questo per sovraffollare le nostre galere.

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