Scarp de’ tenis: il giornale venduto dai senzatetto

Un caso unico nel panorama editoriale italiano. Un giornale di strada con tante sorprese per i lettori...

INIZIATIVE SENZATETTO
Scarp de’ tenis è una rivista che piaceva molto a Papa Francesco. E quando la redazione fu ricevuta dal Pontefice, queste sono state le sue parole: “Mettersi nelle scarpe degli altri” significa servizio, umiltà, magnanimità. Si può vedere un senzatetto e guardarlo come una persona, oppure come fosse un cane…”.

Scarp de’ tenis nasce a Milano, nel 1994, ideata dal  pubblicitario Pietro Greppi, che per il titolo della testata, sceglie di ispirarsi a quello della canzone El portava i scarp del tennis di Enzo Jannacci. Alla fine del 1995, dopo la pubblicazione di 14 numeri, il progetto passa a Caritas Ambrosiana.Tra fine anni Novanta e inizio del Duemila Scarp de’ tenis viene pubblicato anche in altre città come Torino (associazione Opportunanda) e Napoli (cooperativa La Locomotiva). Verso la fine del 2005, poi, il giornale arriverà a Genova (Fondazione Auxilium).

Nel 2008 comincia a collaborare con la Caritas italiana, aprendo nuove redazioni: Vicenza, Rimini, Firenze, Catania e Palermo, fino a diventare un giornale diffuso in tutta Italia, attraverso innanzitutto la rete delle parrocchie.

In realtà Scarp de’ tenis è molto più di un giornale di strada,  costruito, dagli articoli alla diffusione, per stare dalla parte degli ultimi: è una comunità che parla a un intero universo di invisibili, specie in una città come Milano dove le diseguaglianze sono molto cresciute e non esiste solo la metropoli luccicante degli affari e del denaro facile.

il giornale (10 numeri l’anno) è diventato una fonte di reddito per alcuni dei senza fissa dimora registrati a Milano. Sono loro, infatti, che insieme a rom, ex carcerati, disoccupati cronici, e immigrati che dormono in autobus, che girano la città, a partire dalle parrocchie, per vendere Scarp de’ tenis. I risultati sono ottimi: di ogni numero si riescono a vendere circa 20mile copie, a una cifra di 3.50 euro ciascuna dei quali 1,20 euro resta al venditore di strada.

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