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Rete dei santuari di animali liberi
Mucche, capre, pecore, cavalli, mucche, maiali: non sempre vengono allevati, ma possono anche vivere in libertà, senza gabbie e senza recinti. E innanzitutto senza produrre nulla. In Italia esiste una Rete dei santuari di animali liberi, presente in quasi tutte le regioni italiane. Arrivano, di solito, dagli allevamenti dove sono stati scartati, dai macelli ai quali sono stati sottratti o da allevatori che se ne vogliono disfare. E una volta che entrano nel santuario hanno la certezza di vivere in santa pace.
Come funziona la Rete
Esiste una Rete di Santuari Liberi con rispettivo sito (e pagina Fb) dove potete trovare informazioni relative ai santuari presenti sul territorio. Si tratta di un’aggregazione di progetti accomunati dal desiderio di contribuire a un miglioramento dell’attuale relazione tra gli animali e l’uomo. La Rete offre numerose informazioni relative a come sostenere i santuari, a come registrarne di nuovi, e ha anche ideato un concorso letterario per under 14, il Premio Felice, che premia ogni anno le più belle storie con tema gli animali.
Cosa deve avere un santuario
I santuari offrono rifugio ad animali da reddito destinati a morte certa. Gli animali che possono essere accolti nel santuario non possono sopravvivere autonomamente in natura. Inoltre ogni santuario deve rispettare alcune regole:
- Non deve avere scopi di lucro
- Gli animali devono vivere liberi, senza gabbie né recinzioni
- Non deve avere scopi utilitaristici
- Deve adottare una comunicazione non violenta
- Deve fare divulgazione per sensibilizzare le persone sull’argomento
Dove si trovano i santuari di animali liberi in Italia
I santuari di animali liberi sono sempre più numerosi e presenti in diverse regioni italiane. In particolare:
- Nello Porcello (Lombardia)
- Fattoria Irma (Provincia di Pavia, Lombardia)
- Capra Libera Tutti (Lazio)
- Rifugio Alma Libre (Toscana)
- Rifugio Ca’ Romoletto (Lombardia)
- L’Arca di Natalia (Sicilia)
- La Tana del Bianconiglio (Toscana)
- Casa rifugio Di Versi e Voci (Emilia Romagna)
- Rifugio di Miki Pig (Sardegna)
- Gli Amici di Nestore (Piemonte)
- La fattoria di nonno Peppino (Puglia)
- Oasi Santa Giuliana (Lombardia)
- Rifugio Futura (Piemonte)
-
Fattoria Capre e Cavoli (Lombardia)
Come si finanziano
I santuari di animali liberi non hanno entrate né dagli allevamenti, come è ovvio, né attraverso canali di finanziamenti pubblici. Si reggono soltanto con le donazioni dei privati e con le attività che svolgono, come le visite a pagamento. Le spese da coprire non sono poche: un santuario libero ha costi che variano, anche sulla base della superfice del terreno e del numero di animali ospitati, da 5 a 10mila euro al mese. Se volete dare un contributo a uno dei santuari di animali liberi in Italia, lo potete fare attraverso questo sito.
Santuari animali liberi nel mondo
Ne esistono diversi sparsi in vari paesi del mondo, ma il primo santuario ufficiale venne fondato nel 1986, il suo nome è Farm sanctuary, e attualmente ha una sede nei pressi di New York e una sede in California. Altri santuari famosi sono:
- Il BEAR SANCTUARY Mueritz in Germania, che accoglie orsi
- Il LIONSROCK Big Cat Sanctuary in Sud Africa, dedicato ai grandi felini
- L’ORANGUTAN FOREST SCHOOL in Indonesia, dedicato agli oranghi
- Il FELIDA Big Cat Sanctuary nei Paesi Bassi, dedicato ai felini traumatizzati
- Il DANCING BEARS PARK Belitsa, dedicato agli ex orsi ballerini dell’area balcanica
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