RIMBORSI SPESE PER TRASFERTE MAI FATTE
Soldi a pioggia, rimborsi per trasferte mai fatte in tempi di lockdown: per i consiglieri regionali, in quasi tutta Italia, la quarantena è stata un ottimo affare. Per i loro elettori, i cittadini-contribuenti, un ennesimo spreco.
INDENNITÀ DI TRASFERTA
Una parte integrativa degli stipendi dei consiglieri, non irrilevante in quanto parliamo di una cifra dai 1.500 ai 3.500 euro al mese, viene accreditata come «indennità di trasferta». Che significa? È un rimborso forfettario per gli spostamenti all’interno della regione, visto che magari il consigliere abita in una zona diversa dal capoluogo.
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INDENNITÀ DI TRASFERTA DURANTE IL LOCKDOWN
Una volta che tutti gli italiani, quindi anche gli eletti nei consigli regionali, sono rimasti bloccati a casa, ti aspetti che questa indennità venga sospesa. E invece non si è mai fermata. In Toscana, per esempio, il consiglio è stato chiuso per 85 giorni, durante i quali sono volati via 80mila euro per le indennità di trasferta. Stessa cosa in Lombardia, Umbria, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Veneto.
In Abruzzo hanno fatto lo sforzo di ridurre le indennità del 10 per cento, e in Friuli Venezia Giulia la Procura Generale della Corte dei Conti ha aperto un fascicolo sul rimborso delle trasferte ai consiglieri. Solo in questa regione la spesa mensile complessiva per le indennità di trasferta dei consiglieri ammonta a 155mila euro.
SPRECHI INDENNITÀ DI TRASFERTA
Le giustificazioni dei consiglieri sono state finora molto bizzarre. Alcuni hanno detto che si tratta di una legge in base alla quale l’indennità di trasferta è di fatto una componente dello stipendio. E quindi non va toccata. Altri, con una certa sfacciataggine, hanno tirato la storia dei loro spostamenti sul territorio per aiutare i cittadini durante il lockdown. E intascare serenamente l’indennità di trasferta.
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