
RIFIUTI NELLO SPAZIO
Anche nello spazio servirebbe la raccolta differenziata. L’allarme arriva dalla 6° conferenza europea di rifiuti spaziali tenutasi a Darmstadt, in Germania: attorno alla Terra infatti gravitano pezzi di satelliti, oggetti perduti dagli astronauti e tanti altri “rifiuti spaziali”, lascito dei circa 4900 lanci effettuati dall’inizio dell’era spaziale a oggi. Si tratta di un problema non indifferente, che va valutato nell’ambito di una tavola rotonda internazionale, tra cui ci devono per forza essere le Nazioni Unite. Dal 1978 il numero dei rifiuti intorno l’orbita terrestre è triplicato, avverte Heiner Klinkrad, direttore del dipartimento dei rifiuti spaziali all’ESA, e secondo lo scienziato, se il rilascio di rifiuti prosegue a questo ritmo entro un decennio rischiamo, a causa delle collisioni, di distruggere i satelliti funzionanti in orbita.
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PROGETTO SPACE CLEAN
I COSTI. Attualmente sono in orbita 1000 satelliti attivi, e sostituirli costerebbe 100 miliardi di euro. Naturalmente, i costi di recupero dei rifiuti saranno certamente inferiori ai costi di perdita dei satelliti funzionanti. Le missioni spaziali del futuro devono però attrezzarsi per essere sostenibili, cioè prevedere lo smaltimento dei rifiuti una volta completate.
LA POSSIBILE SOLUZIONE. Come far fronte al problema di ripulire la via Lattea e dintorni? Il progetto esiste e si chiama “Space Clean”, ancora tutto da mettere a punto: la mission è già in fase di studio. Resta da capire chi metterà i soldi. Esistono già dei prototipi di “satelliti spazzini”: uno si chiama “Clean Space One” ed è stato messo a punto dal team losannese dello Swiss Space Center del Politecnico federale, progettato per andare in orbita a fare le pulizie.