Perche’ non aboliamo le regioni a statuto speciale?

In base ai piani di finanza pubblica 2009-2011, Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia hanno ricevuto dallo Stato 32,3 miliardi di euro l’anno. Queste cinque regioni, dove abita il 15% della popolazione italiana, ottengono il 29% dei trasferimenti alle Regioni. Ciascuno dei loro 9,1 milioni di cittadini beneficia in media […]

In base ai piani di finanza pubblica 2009-2011, Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia hanno ricevuto dallo Stato 32,3 miliardi di euro l’anno. Queste cinque regioni, dove abita il 15% della popolazione italiana, ottengono il 29% dei trasferimenti alle Regioni. Ciascuno dei loro 9,1 milioni di cittadini beneficia in media di 3.540 euro di trasferimenti contro i 1.530 destinati ai compatrioti delle regioni a statuto ordinario. La maggior devoluzione dal centro a queste cinque regioni privilegiate è di 18,3 miliardi l’anno. Ossia l’1,2% del Pil. Il graduale azzeramento di questi finanziamenti aggiuntivi, che non di rado coprono inefficienze e alimentano clientele, riporterebbe tutte le zone d’Italia su un piede di parità, fatte salve le leggi mirate su singole questioni.

Nel 1948, quando Sicilia, Sardegna, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige vennero dotate di uno statuto speciale con legge costituzionale, c’erano le tensioni con l’Austria neutralista e l’irredentismo tirolese, il separatismo siciliano sostenuto dalla mafia sdoganata dagli americani durante la guerra, un rapporto tutto da ricostruire con la Francia che l’Italia aveva pugnalato alla schiena nel 1940. Nel 1963, quando il Friuli venne aggiunto alla lista, a Est c’era la Jugoslavia comunista e titina, premuta dal Patto di Varsavia. La politica estera poteva giustificare le sovvenzioni alle zone di frontiera. Ma oggi? Sicilia e Sardegna sono tra le maggiori sostenitrici dell’unità nazionale contro la Lega. I vicini settentrionali – Francia, Austria e Slovenia – fanno parte come noi dell’Unione europea. La Svizzera no, ma è pacifica. Nella Ue circolano liberamente persone, merci e capitali. Perché alcuni cittadini italiani devono ricevere più di altri? Interventi di sostegno possono ancora avere un senso, specialmente nel Mezzogiorno e solo se mirati. Le tre regioni a statuto speciale del Nord sono ormai tra le più ricche d’Italia. Che senso ha continuare a sovvenzionare a pioggia queste 5 regioni? La salvaguardia delle minoranze linguistiche non può costare tanti denari.            ?

 

 

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