Paralimpiadi: le inventò un neurologo ebreo scampato alla furia omicida di Hitler

Hitler voleva sterminare i portatori di handicap come gli ebrei. E invece Guttmann riuscì a farli diventare i protagonisti di Giochi olimpici coincidenti con le Olimpiadi

Paralimpiadi

Adolf Hitler voleva sterminare anche loro, come gli ebrei. Il Fuhrer considerava i disabili, i portatori di handicap fisici e mentali, le persone affette da malattie genetiche, come gente da eliminare. Appesantivano i costi del servizio sanitario nazionale, mentre servivano soldi per acquistare armi, e innanzitutto imbastardivano la purezza della razza ariana. Il riscatto di questo popolo, annientato dalla follia criminale di Hitler, è dovuto al coraggio e alla lungimiranza di Ludwig Guttmann, neurologo ebreo di origine polacca, che riuscì a scampare alla Shoah e inventò le Paralimpiadi. I Giochi olimpici per atleti disabili.

PARALIMPIADI

Già dopo la Prima guerra mondiale Guttmann è volontario nei Servizi medici di emergenza nazionale in Polonia e diventa un medico ancorato a uno dei fondamentali precetti della religione ebraica (la solidarietà concreta a chi soffre), mentre coltiva la sua passione per lo sport. Diventato neurologo, in seguito alle leggi razziali Guttmann riesce a lavorare solo presso l’ospedale israelita di Breslavia, dove utilizza la disciplina sportiva, a partire dal metodo più semplice di giocare con una palla, come metodo fisioterapico per i paraplegici. L’ospedale di Guttmann diventa un simbolo di riscatto, di vite non sprecate, di risposta concreta alla follia di Hitler e al destino di esistenze che sembrano condannate all’emarginazione.

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QUANDO SONO NATE LE PARALIMPIADI

Nel 1948 il nazismo è un tragico ricordo, che brucia con tutte le ferite che ha aperto, e Guttmann intanto è diventato direttore del Centro delle lesioni spinali di Stoke Mandeville, in Gran Bretagna. Qui il giovane neurologo riesce a organizzare la prima competizione sportiva per disabili: una gara di tiro con l’arco, alla quale partecipano, divisi in due categorie, quattordici uomini e due donne. E’ l’alba dei Giochi olimpici per disabili.

PARALIMPIADI DI ROMA

Nel 1956 il medico Antonio Maglio, pioniere della riabilitazione dei disabili in Italia, incontra Guttmann e dall’immediata sintonia tra i due personaggi scatta la scintilla per un progetto molto ambizioso: fare, in coincidenza con le Olimpiadi previste per il 1960 a Roma, anche le Olimpiadi per atleti paraplegici. E così avviene. Alle prime vere Paralimpiadi, coincidenti come luogo e come data alle Olimpiadi, partecipano 400 atleti di ventitré paesi di tutto il mondo. Si sfidano in gare di biliardo, scherma, pallacanestro, tiro con l’arco, giavellotto e tennis da tavola. L’Italia, con i suoi atleti portatori di handicap, conquista 28 medaglie d’oro, 30 d’argento e 24 di bronzo.

QUAL È IL SIMBOLO DELLE PARALIMPIADI?

Una volta fissato l’appuntamento nel calendario internazionale dello sport mondiale, le Paralimpiadi diventano i Giochi olimpici dei disabili sempre in concomitanza con le gare delle Olimpiadi. I Giochi per disabili, su indicazione del Cio, hanno anche il loro simbolo, un logo con tre agitos di colori verde, rosso e blu. Indicano la mente, lo spirito e il corpo.

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