Fabio e Marco, due novantenni che ospitano bambini e mamme ucraine nelle loro case

Due storie di analoga solidarietà. Nelle case di Fabio e Marco i rifugiati ucraini sono arrivati grazie all’appello delle badanti. Accolti a braccia aperte

Marco e Fabio sono quasi coetanei, entrambi novantenni. Ma non è soltanto l’età che li avvicina, quanto un gesto di grande generosità, fatto con le stesse modalità. Attraverso le loro badanti, entrambe ucraine, hanno fatto venire alcuni bambini in Italia, e oggi li ospitano nelle loro case.

FABIO CASTELLI

Fabio Castelli è originario di Calco e vive a Carvico, in provincia di Bergamo, è sempre stato impegnato nella vita pubblica, ed ha fatto anche il sindaco a Garlate. Novantenne, vive con una badante ucraina, Alessia Pikh, che lo assiste tutto il giorno, mentre la moglie è ospitata in una Residenza per anziani. Appena è scoppiata la guerra in Ucraina, Fabio ha chiesto ad Alessia che cosa poteva fare per la sua famiglia. E la risposta non si è fatta attendere. Così a Carvico sono arrivate la nuora di Alessia, Natalia Pikh di 36 anni e i figli Veronika, 14 anni e Nasario, 12 anni. E infine sono arrivate anche la figlia Yuliia (32 anni) e la nipote Anastasia (12 anni). In tutto cinque persone, quattro donne e un bambino, mentre i maschi sono rimasti in Ucraina a difendere il loro Paese. Grazie all’accoglienza di Fabio, i familiari di Alessia si sentono a loro agio, e si considerano protetti rispetto a quanto sta avvenendo in Ucraina. Ma ogni giorno ripetono lo stesso desiderio: tornare a casa. Il più presto possibile.

Nell’immagine: Fabio Castelli (Prima Merate)

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MARCO BORGHINI

Anche Marco Borghini, novantenne come Fabio, ha deciso di ospitare nella sua casa di Parma sette bambini e ragazzini ucraini con le loro mamme.  L’età dei rifugiati è dai 2 ai 17 anni, sono scappati da Leopoli e in autobus, attraverso la Polonia e l’Ungheria, hanno raggiunto Milano e poi Parma.  A farli arrivare, grazie alla generosità di Marco, ci ha pensato Natalya, da undici anni la badante del novantenne, che considera i giovani arrivati dall’Ucraina “tutti come nipoti”. Un gesto, il suo, che in città non ha sorpreso: Marco è molto conosciuto, fino agli inizi degli anni Novanta aveva un negozio frequentatissimo, “La Casa dello sport”, e tutti ne apprezzano le doti umane e sociali.

Nell’immagine di copertina: Marco Borghini (Corriere della Sera)

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