Medici cubani per gli ospedali della Calabria

Ne arrivano 500 mentre i medici meridionali restano disoccupati. La Calabria è il simbolo degli sprechi sanitari, con ospedali costati milioni di euro e mai aperti

Medici cubani in calabria

I cittadini calabresi salvati dai medici cubani. È questa la sintesi della storia che sta coinvolgendo l’amministrazione regionale e gli ospedali della regione calabrese e l’isola caraibica.

MEDICI CUBANI PER OSPEDALI CALABRESI

Il presidente della Calabria, Roberto Occhiuto, ha annunciato con una certa soddisfazione l’arrivo di circa 500 medici da Cuba che andranno a ricoprire posti rimasti vuoti negli ospedali della regione. E ha aggiunto che si tratta di una scelta necessaria anche perché i bandi per le assunzioni di medici italiani sono andati deserti.

A ogni medico cubano andrà uno stipendio, tra parte fissa e rimborso spese per mantenersi in Calabria, di 4.700 euro al mese. Non male. Il costo dell’operazione “medici cubani in Calabria” per le casse della regione sarà di circa 28 milioni di euro all’anno.

FALLIMENTO SANITÀ IN CALABRIA

In realtà c’è poco da essere soddisfatti per questa scelta in extremis. È solo un’ennesima conferma del totale fallimento del sistema sanitario in Calabria, un simbolo degli sprechi nazionali nel settore dell’assistenza pubblica. Tra scandali, corruzione, inefficienze e morti in corsia, la sanità in Calabria è commissariata dal 2010 e nulla fa pensare che si possa tornare alla normalità.

OSPEDALI MAI APERTI IN CALABRIA

Allo stesso tempo, continua la collezione di ospedali costruiti, pagati, e mai entrati in funzione. Il caso più clamoroso è sicuramente quello di Rosarno, l’ospedale la cui costruzione è iniziata nel 1976 ed è finita nel 1991. Costo: 6 miliardi di vecchie lire. Soldi completamente sprecati, mentre tutti gli arredi dell’ospedale di Rosarno, mai entrato in funzione, sono stati saccheggiati. Una storia analoga all’ospedale di Scalea, costato 20 miliardi di vecchie lire e mai entrato in funzione.

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MANCANZA DI MEDICI AL SUD

Mentre la Calabria importa medici cubani, i giovani meridionali provenienti dalle facoltà di Medicina e specializzati anche con ottimi risultati, restano disoccupati. Altro spreco, questa volta di risorse umane. Frutto di un parziale smantellamento del sistema sanitario nazionale. Tra il 2009 e il 2019 sono stati cancellati, secondo le statistiche dell’ANAAO, 46 mila posti di operatori sanitari. E di questi ben 6 mila sono medici.

PERCHÈ IN ITALIA MANCANO MEDICI

Tra i tanti sprechi italiani, quando si tratta di pubblica amministrazione e di servizi ai cittadini, c’è quello dei medici. Mancano in tanti reparti ospedalieri, a corto di specialisti e vicini al collasso, e i cittadini pagano il prezzo di interminabili liste d’attesa per prestazioni essenziali. Lo spreco nasce dal fatto che il turn over è bloccato dal 2015 e un’assurda programmazione, per responsabilità delle regioni, ha fatto in modo che tra il 2015 e il 2022 gli specialisti nei reparti siano passati da 50.688 a 35.103, con un saldo negativo di 15.585 medici. Un buco nero, mentre la domanda di assistenza è aumentata. Come è un buco nero, e uno spreco, il rapporto tra la formazione universitaria, laurea e specializzazioni, e i posti all’interno degli ospedali: il 25 per cento dei medici formati in Italia non entrano nel Servizio santario nazionale. Dove intanto spalanchiamo le porte a 500 medici cubani.

(La foto è tratta da Corriere della Calabria)

QUANDO LA SANITÀ CI FA ORRORE:

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