
Intervenire sull’efficienza energetica degli edifici potrebbe risollevare l’edilizia italiana che, ricordiamo, ha perso 94.000 posti di lavoro nel 2009, producendo nuovi investimenti e creando nuova occupazione. Soltanto gli interventi di efficienza energetica nelle scuole e negli uffici pubblici produrrebbero 150mila nuovi posti di lavoro.
È quanto è emerso nel corso del convegno “Valutazioni scientifiche sulle lane di vetro alla luce dell’evoluzione normativa”, organizzato dalle Università di Urbino e di Torino presso la sede del Cnr a Roma.
Secondo i dati, in tutta Europa si sprecano ogni anno 270 miliardi di euro a causa dell’inefficienza energetica degli edifici, che rappresentano da soli il 40% del consumo totale di energia superando i trasporti (33%) e l’industria (26%). Una buona strategia per migliorare l’efficienza produrrebbe 530.000 occupati, facendo decollare un settore importante della green economy.
In Italia – dove il fabbisogno energetico medio di un edificio è di 200 kWh/mq l’anno contro 130 in Germania e 60 in Svezia – sono riconducibili agli edifici il 28% delle emissioni di CO2 e sono proprio gli edifici italiani e spagnoli quelli maggiormente responsabili delle emissioni di gas serra e delle maggiori perdite di energia totale, a dimostrazione del loro scarso isolamento termico.
In tutta Europa, ai 160 milioni di edifici sono attribuite emissioni pari a 842 milioni di tonnellate di CO2, quasi il doppio dell’obiettivo posto dal protocollo di Kyoto. Attuando interventi di isolamento le emissioni potrebbero dimezzarsi, un risultato che sarebbe realizzabile, ad esempio, fermando per 15 anni i 6 milioni di auto che circolano a Londra.
Impiegando tecniche di coibentazione è possibile risparmiare tra il 70 e il 90 per cento dell’energia richiesta per riscaldare o raffrescare un edificio e 3,3 milioni di barili di petrolio al giorno. Durante il convegno, è stata posta particolare attenzione alla lana di vetro, un materiale per l’isolamento termico e acustico ad alta valenza ambientale, essendo realizzato per circa l’80% con vetro riciclato.
Articolo tratto da http://www.ingegneri.info