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L’economia del baratto

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Con l’ombra della recessione in agguato e la permanente precarieta’ lavorativa, sembra che gli italiani, specialmente i giovani, si adoperino sempre piu’ nella sperimentazione di soluzioni alternative per la sopravvivenza giornaliera e nel recupero di stili consumistici piu’ sobri, almeno rispetto al recente passato. Un’invenzione interessante che si aggiunge alle varie formule di “baratto” e “banca del tempo” ed ai numerosi mercatini dell’usato, e’ il nuovo portale nazionale “Eticambio.it”, promosso da un’associazione di giovani torinesi.

A fronte dei numeri e dei risultati conseguiti da una ricerca, effettuata sul territorio nazionale, denominata “Tutto il resto. Giovani e consumo”, l’associazione Gioc ? Gioventu’ Operaia e Cristiana – ha, infatti, maturato il preciso convincimento che “il possesso di beni ridefinisce la nostra identita’, ci colloca socialmente, risponde a bisogni di utilita’ ed efficienza e per queste ragioni le nostre case sono piene di oggetti che, nella maggior parte dei casi, sono sotto-utilizzati o totalmente dimenticati.”. Tutti oggetti, pero’, che se funzionanti, hanno pieno diritto ad una seconda chance, ad una seconda vita, magari con un nuovo padrone; possono rivivere, essere riciclati, col risultato di frenare il circuito consumistico, origine del nostro spreco materiale.

Con “Eticambio.it”, infatti, e’ possibile mettere a disposizione di qualcuno un oggetto che non si vuole piu’, che non serve piu’, con la possibilita’ di avere il bene di qualcun altro, in un circolo virtuoso di riuso: basta solo registrarsi al sito e diventarne un utente con nickname. Gli scambi non avvengono tra due sole persone, ma chi si iscrive al portale puo’ richiedere il bene di chiunque, mentre qualunque altro iscritto puo’ richiedere il proprio bene. In rapporto agli oggetti ? appartenenti a qualsiasi categoria: abbigliamento, telecomunicazione, ufficio, sport, tempo libero, elettrodomestici, ecc. ? che mette a disposizione e che riesce a cedere incontrando direttamente l’interessato, l’utente riceve dei gettoni virtuali con i quali potra’, a sua volta, formulare delle richieste per oggetti esposti sulla bacheca elettronica.

Un’occasione, quindi, non solo per evitare di spendere soldi per un bene che si desidera e magari si cercava da tanto tempo, ma anche per contattare e conoscere fisicamente (non come su Facebook) nuova gente. Il criterio non e’ quello del baratto ne’ del valore economico degli oggetti, ma semplicemente del desiderio o meno di avere un oggetto. Per questo, a differenza di altri portali analoghi, si puo’ definire questo scambio assolutamente “etico”. Il progetto e’ nato nel 2007, ma solo oggi e’ in pieno atto la campagna di lancio, a partire dalla sua citta’ natale, ossia Torino: conviene, dunque, spargere il piu’ possibile la voce in modo da moltiplicare velocemente le possibilita’ di scelta e di scambio.
http://www.eticambio.it/

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