
Il premier inglese che divide la casa delle vacanze con gli
amici e risparmia sulla scorta. L’uomo più ricco del mondo
che non trasloca da 50 anni (da una villetta). Il sindaco
di New York che si sposta in metrò. L’attore supercult che
prova a vivere con meno di 100 oggetti. La sfida dei tempi
è scegliere la qualità senza sprechi. Godersela creativamente.
Perché oggi i cafoni sono perdenti
Sarà l’aria che tira, fra la Borsa in picchiata e
le pile del pianeta sempre più scariche. Sarà
che, per contrappasso dopo i fasti dell’epoca
Billionaire, lo spirito del tempo (o tempora,
o mores!) esige costumi più morigerati. Ma
è un fatto: l’austerità è diventata, se non una
moda, di certo una tendenza. I nuovi precetti
del vivere etico (ecosostenibilità, riciclo,
riuso, risparmio energetico, filiera corta, fai
da te) si stanno consolidando. Sia tra coloro
che attuano abitualmente buone pratiche
(«ce n’è una, semplice semplice: spegnere
le luci di casa» dice Cristina Gabetti, figlia
di Gianluigi e autrice per Rizzoli di Occhio
allo spreco) sia tra i nuovi adepti. Secondo
una ricerca di Fondazione Impresa, l’88 per
cento degli italiani adotta, come minimo,
cinque comportamenti green; e intanto altre
pratiche, che per ora entusiasmano solo le
minoranze perché più scomode (tipo: acquisto
di prodotti sfusi e utilizzo dell’auto in
condivisione) sono destinate a crescere.
Intendiamoci, questo non è pauperismo.
Il «nuovo austero» è una persona benestante
e di buona cultura, che gestisce in modo
oculato risorse, consumi, tempo libero.
Istruttiva casistica internazionale: Michelle
Obama ha creato l’orto alla Casa Bianca; il
sindaco di New York, Michael Bloomberg,
porta da un decennio gli stessi mocassini
e viaggia in metropolitana; la cancelliera
Angela Merkel va da anni in vacanza nello
stesso albergo altoatesino; il premier inglese
David Cameron vola low-cost e ha preso in
affitto la casa delle vacanze con amici. E che
dire del finanziere 81enne Warren Buffett,
sul podio degli uomini più ricchi al mondo?
Vive ancora nella casa che comprò nel 1958.
Leo Hickman, 39 anni, columnist del
Guardian e scrittore, ha vissuto per un anno
senza sprechi, esperienza raccontata nel
libro La vita ridotta all’osso (edito da Ponte
Alle Grazie). Ora confida a Style: «Tutto
cominciò con un’inchiesta giornalistica,
poi mi è piaciuto e ho proseguito. Io e la
mia famiglia ci siamo trasferiti in Cornovaglia,
in una zona rurale. Abbiamo restaurato
una farmer house, mettendo anche i pannelli
sul tetto. Coltiviamo l’orto e, d’estate,
siamo quasi autosufficienti». Hickman, c’è
da scommetterci, sarebbe il testimonial ideale
di 100 Things Challenge, un «giochetto»
proposto via blog dall’americano David
Bruno, in cui la sfida è vivere con meno di
100 oggetti. Un successo, soprattutto per
l’adesione di alcuni ricchi e famosi come
gli attori Leonardo DiCaprio, Reese Witherspoon
e Tobey Maguire.
Ma occupiamoci degli austeri di casa
nostra. Innanzitutto per sfatare due convinzioni
piuttosto radicate nell’«italiano
medio». Tutti i politici sono «arraffoni» senza
scrupoli, dallo stile di vita parecchio sopra
le righe? Falso. Un po’ per convinzione un
po’ per necessità d’immagine, la categoria è
contagiata dal nuovo credo. Descrive così
i comportamenti virtuosi Daniela Benelli,
59 anni, assessore all’Area metropolitana
del Comune di Milano: «La giunta Pisapia
è decisamente austera. Si va al lavoro con i
propri mezzi, nel mio caso un motorino, e
niente eventi in pompa magna. C’è coerenza
tra queste scelte e la vita privata di ognuno».
«Ho sempre vissuto sobriamente perché
quelle sono le mie origini» le fa eco Roberto
Giachetti, 40 anni, deputato del Pd, «non
sarò come Alcide De Gasperi che rivoltava il
cappotto quando l’esterno era liso, ma quasi:
style n. 10 ottobre 2011
il mio l’ho comprato cinque anni fa, in Francia, e non ha
nessuna marca…». A Giachetti piace cucinare e in casa
si è concesso un unico sfizio: «Il frigoriferone Whirlpool
all’americana». Austera ai limiti del patologico è Giorgia
Meloni, ministro under 35 della Gioventù che all’auto
blu preferisce la sua Mini verde e vive in 50 metri alla
periferia di Roma. «Non ho marchi né negozi preferiti
» spiega, «frequento i mercati rionali e nel weekend,
quando non lavoro, pizza con gli amici». Conclusione:
«Non sono una mosca bianca, ma la sobrietà è una fissazione.
Ci tengo a dimostrare che si può far politica ad
alto livello e rimanere normali».
Il secondo luogo comune riguarda gli attori, preoccupati
solo di apparire: giusto? Sentite Marco Bocci, 33
anni, «bello» in ascesa della cinema italiano (a marzo
in tivù con le nuove puntate di Squadra antimafia): «Mi
vesto come capita, i miei amici mi prendono sempre in
giro. Soprattutto per le scarpe…». Il commissario Scialoja
della serie Romanzo criminale è un patito del fai
da te: «I mobili di casa li ho costruiti tutti io, dal primo
all’ultimo». Lo stile? Neanche a dirlo, minimalista:
acciaio e legno chiaro. Sulla stessa lunghezza d’onda
altre star dallo stile di vita morigerato, da Elio Germano
a Stefano Accorsi, a Isabella Ragonese.
Gli uomini d’affari non sono da meno. Paolo Merlini,
43 anni, imprenditore tessile marchigiano, è l’uomo che,
in vacanza, scopre l’Italia viaggiando esclusivamente in
corriera (basso costo e impatto ambientale minimo). Poi,
ecco il manager che ha girato il mondo con lo zaino in
spalla. «Il mio posto preferito è Cuba» confida Giuseppe
Colombo, 56 anni, consigliere delegato di Gallo Spa, «ma
non sono mai stato a Varadero. Mi piace vivere in mezzo
alla gente. Sono stato in Madagascar e in Perù, in una
casa a mille metri e senza finestre; preferisco le sistemazioni
spartane alle suite di 300 metri quadri». Colombo
appartiene alla schiera di coloro che amano vestire bene,
senza seguire la moda, con abiti sartoriali che durano.
Ha un debole per le scarpe belle («le pago molto ma le
faccio risuolare e resistono un’eternità»), tiene le auto
finché non muoiono; arreda la casa mischiando mobili
antichi presi alle aste con l’arte povera. Mangia sano e fa
la spesa al mercato.
Il cibo evoca Davide Oldani, guru della cucina pop,
ai fornelli del D’O di San Pietro all’Olmo, frazione di
Cornaredo (Mi). Davide decise di mettersi in proprio
restando al suo paese, vicino ai genitori, dopo aver fatto
la gavetta presso cuochi famosi: «Mi sono adattato al territorio
e alla gente» spiega. Nasce così la sua gastro-filosofia.
Piatti preparati con ingredienti di qualità, ma facilmente
reperibili nelle botteghe locali. Il segreto è nella
tecnica di cucina: l’austerità del 43enne Oldani consiste
nella sapienza degli acquisti («la spesa non va fatta a stomaco
vuoto»), riducendo al minimo gli sprechi. Esemplifica:
«Quando preparo la cipolla caramellata, il mio
piatto bandiera, tengo il “cuore” e tolgo le bucce esterne.
Che riutilizzo per fare un’ottima fonduta». Lo stile di vita
è sulla stessa linea: acquisti mirati nell’abbigliamento
(«la sarta di fiducia rifinisce i capi come piacciono a
me»), mentre per l’arredamento si affida agli artigiani.
Anti-modaiolo, cultore del vintage, il designer
toscano Attilio Ferri, 49 anni, è specializzato nel riutilizzo.
Con il pallet, legno da imballaggio, farebbe
qualsiasi cosa: lo ha usato nel progetto abitativo di via
Quaranta, a Milano, per La Gaiana (società del gruppo
Gabetti); lo utilizza in casa sua, inventando cose divertenti
come l’attaccapanni costruito con bancali e vecchi
manubri di bicicletta. Il cavalier Giuseppe Nardini, 83
anni dedicati alla grappa (Distilleria Bortolo Nardini),
confessa che sulle due ruote va poco; lui ama guidare
l’auto. Eccezione al suo stile di vita, mediamente green,
che si evidenzia soprattutto in azienda: «La grappa,
fatta con le vinacce, è un prodotto di riutilizzo per definizione
» premette. Quindi, sentenzia: «Il risparmio
energetico è il nostro credo. Per riscaldare gli ambienti,
usiamo l’acqua di raffreddamento della distilleria, e
abbiamo fatto costruire su misura un termofrigorifero
polivalente a recupero di calore totale».
C’è modo e modo di essere austeri. Fabrizio D’Amico,
direttore generale del Consorzio Ecolamp (raccolta e
smaltimento di apparecchiature luminose esauste),
enuncia: «Risparmio sugli abiti, uso auto a metano,
cerco di volare low-cost, preferisco i contratti di utenza
domestica stipulati sul mercato libero, uso lampade
a basso consumo. Mi piace spendere per le vacanze».
Sabrina Donadel e Paolo Kessisoglu, entrambi sui 40
anni, entrambi volti tv, sono la coppia sobria per eccellenza
del mondo dello spettacolo. Lei recupera i vecchi
abiti e li riadatta, lui ha ridotto l’abbigliamento all’osso.
La casa è stata restaurata seguendo i criteri della bioedilizia
(«tutto naturale e all’insegna del risparmio energetico
»). Il cibo? Vegetariani: frutta e verdura arrivano
dall’orto dei genitori di Sabrina. Sono proprio le donne
le più austere, di solito. A spulciare la lista, spuntano
nomi di signore della buona borghesia: come Giulia
Minoli, figlia di Gianni e Matilde Bernabei, coordinatrice
del museo del Teatro San Carlo di Napoli. Che, saggiamente,
osserva: «La crisi deve trasformarsi in opportunità
di progresso». L’inizio di una nuova aust-era.
Style