Laika: numero uno della street art italiana

Vive nascosta da una maschera bianca e una parrucca rossa. Ma le sue opere sono ben visibili sui muri di Roma. E denunciano tante ingiustizie

La sua firma inconfondibile compare spesso sui muri di Roma. Ma di Laika, la Banksy italiana, sappiamo soltanto che la sua attività di artista di strada coincide con una grande passione civile. E con campagne, attraverso poster e murales, che spazio dalla difesa dei migranti alle denunce per le molestie subite dalle donne. Dai crimini finanziari alle persone innocenti che finiscono in carcere.

LAIKA STREET ART

Di Laika sappiamo molto poco, quasi nulla. Sul suo sito (www.Laika1954.com) lei si presenta con una maschera bianca e una parrucca rossa. E spiega così il motivo per il quale vuole restare misteriosa: «Non è importante sapere chi c’è dietro la maschera, l’importante è sapere che davanti c’è una donna che con ironia interpreta la realtà». E ancora: «Ho capito che scindere il mio aspetto dai contenuti è un meccanismo interessante. Nulla di me è visibile, e questo può valorizzare il percorso artistico. L’arte, in ogni forma, ha sempre una componente che impatta della società. A volte è manifesta, altre volte è nascosta».

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LAIKA LA BANKSY ITALIANA

Sempre sul sito, e ancora con ironia, Laika si definisce «un’attacchina romana attiva dal 2019» e sappiamo che ha scelto questo nome come omaggio al primo essere vivente nello spazio. Ma in strada i suoi poster e murales sono in grande evidenza. Uno per tutti, la cui immagine ha fatto il giro del mondo: un abbraccio affettuoso tra Patrick Zaki e Giulio Regeni. Una grande ed efficace rappresentazione di un dramma, piazzata con evidente spirito provocatorio su un muro a due passi dall’Ambasciata Egiziana a Roma.

Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook della street artist Laika

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